mercoledì 13 gennaio 2010

La Vale: la classe operaia va all'inferno



Questo il titolo di un documentario curato da Simona Ercolani, ricostruisce attraverso le testimonianze dei colleghi e dei parenti delle vittime, l'incidente alla ThyssenKrupp di Torino del 6 dicembre 2007 nel quale persero la vita sette operai. Sono passati due anni e un mese da quel tragico incidente in cui morirono sette operai... molte promesse, molti progetti per fermare una mattanza continua...una strage che ogni giorno può colpire la vita di chiunque come un fulmine al ciel sereno inaspettato.
La visione del documentario la consiglio a tutti! E' molto forte e cruda ma ne vale la pena di vederlo e di rifletterci un pò, inoltre pone in rilievo l'insicurezza e l'abbandono di operai che pur di portare a casa uno stipendio dignitoso metteno a repentaglio la propria vita!

Ma oggi quale prezzo ha la vita?
Quale prezzo ha la dignità umana?
ci sono morti di serie A di serie B...?

Morti che hanno il "rispetto" istituzionale e il lutto cittadino come certi soldati definiti "eroi" solo perchè hanno in mano un fucile e portano "la pace" con le armi e la guerra e c'è chi invece muore silenziosamente sul proprio posto di lavoro...senza una parola..punto.
come se fosse stata una loro colpa per inadempienza...
con questo non voglio provocare una rissa ideologica...ma vorrei solo scrollare i pensieri di molte persone e chiedere:
è giusto questo?
E' giusto che le multinazionali alimentino la loro voglia di profitto e si nutrino cibandosi sulla pelle delle persone?

A me pare di no..!

A me pare che qualcosa nell'ingranaggio del meccanismo automatico che fa ruotare il sistema lavorativo non funzioni più e si sia inceppato; nonostante continui a stridere ed a emanare fumo e scintille viene comunque ignorato come segnale d'allarme..
E nel 2010 si continua a morire di lavoro...silenziosamente...le fabbriche chiudono dislocano in altri paesi dove "costa meno" e senza curanza lasciano a casa tantissime famiglie..tanto a loro che importa?
al massimo ti mettono in cassaintegrazione e tanti saluti...

e tu?

E tu devi stare zitto! puoi anche scendere in piazza manifestare il proprio dissenso farti vedere dall'opninione pubblica e metterti su un tetto...ma a Loro non importa! a chi regge il sistema non importa...se sei bianco,nero,giallo o a strisce a pois...sei un numero e ora "costi troppo" non puoi lamentarti sei un numero....
normale?
Normale al mattino uscire di casa e non sapere se tornarai?
...se ti ammalerai?..se il fumo che respiri ogni giorno da quel grande serbatoio di regalerà qualcosa...?
normale?

certo che no!

E sei incazzato con questo, SEI INCAZZATO perchè in tv la cosa principale è che la "la plastica facciale" di un premier ---il peggiore che l'Italia si ricordi sia venuta bene oppure no, se la velina è fidanzata con un calciatore..
ma se l'operaio muore chissenefrega...è colpa sua non è stato attento... "click"!

rifletteteci un pò sopra a tutto questo...
e guardatevi il documentario...

LA CLASSE OPERAI VA ALL'INFERNO..
E DI LAVORO SI MUORE...ANCHE


La Vale

6 commenti:

  1. Morire mentre si sta lavorando. Per due spiccioli.
    Non ci sono parole

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  2. ...eh no!
    non si può morire di lavoro...
    il brutto è che la "società in se" non fa nulla per cambiare...o meglio il sistema è imprigionato in una morsa che non lascia aria per respirare....
    la legge del più forte sembra che vinca cmq nonostante molti si battino per cambiare il marciume che si vive che si respira!
    spero che un giorno i nostri occhi potranno respirare una nuova conoscenza di essere NON per forza uguale al profitto..ma nel rispetto e dignità umana quello si...e bisogna iniziare ORA a costruire qualcosa "di opposto" al "sistema del profitto"!
    utopia?
    forse..
    ma almeno il sogno NON deve morire..

    La Vale

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  3. Io vorrei discutere sulla capacità in Italia di arrabbiarci solo quando ORMAI il danno è fatto.

    Ma ad esempio... Termini Merese che ora sta mandando a casa tutti e ci incaziamo che lascino senza lavoro un sacco di persone con famiglia. Termini Merese chiuderà giustificatamente perchè è una fabbrica che costa tantissimo e produce poco. Sapete perchè? Quando fu costruita era un periodo in cui davano soldi a per costruire fabbriche nel mezzogiorno, ovviamente la FIAT ha subito approfittato guadagnandoci sopra e NESSUNO si è opposto perchè ovviamente era una gran cosa che portava lavoro.
    OVVIAMENTE le alte sfere sapevano che sarebbe stato uno stabilimento non autosufficente, dipendente da altri stabilimenti che producevano "parti" delle auto a centinaia di kilometri di distanza con costi ovviamente elevatissimi.Era un'altra di quelle fabbriche inutili che sarebbe sopravvissuta SOLO con i soldi dello stato e un giorno avrebbe chiuso.

    Siamo così scemi che oltre morire di lavoro lavoriamo per niente.
    QUESTO MECCANISMO DEVE ESSERE FERMATO!
    o contineranno ad esserci vittime
    ANDROJINN

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  4. ..
    tutto si fa quando tutto è già stato fatto o detto..!!
    le persone non hanno le palle ne la coscienza ne la voglia di fare prima qualcosa per non ricorrere in tragedia dopo...
    quando ormai tutto è stato fatto!

    Per quando riguarda termini merese...sai quante sono nella sua stessa condizione???
    Il punto è che ovunque c'è un azienda madre in un posto nascente e poi tante piccole parti parti vengono dislocate per fare altro....(altri pezzi che servono alla "catena di montaggio")
    ma qui la Regione dovrebbe creare finanziamenti per permettere la continuazione del lavoro in Italia..non centra il caro o meno!
    è ovvio che se chiudi la tua azienda per aprirla in un posto dove c'è più convenienza e sfruttamento l'azienda giova...
    ma è figlio della globalizzazione tutto questo!le piattaforme della metropoli...è questo bassi costi in entrata ed uscita ...

    nessuna cosa è inutile se da lavoro...e se ha una sua produttività...
    tutto si evolve!!.. ma dovremmo fare qualcosa in più perchè le aziende o i posti in cui si lavora siano più adeguati, accessibili...

    Non puoi banalizzare questo contesto... perchè bisorrebbe parlare di sviluppo locale dell'Italia...e ragionare su quel punto...poi una volta delineato il tracciato allora si possono fare varie considerazioni...

    come lo fermi il meccanismo??? troppa presunzione?
    io è da anni omai che lotto contro questo "meccanismo-capitalistico"...figlio della globalità più recente...
    cmq ci sono troppi punti mancanti..

    La Vale

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  5. se la piantassero di costruire fabbriche inutili solo per riciclare un pò di soldi allora ci sarebbero dei buoni cambiamenti:
    1) molti lavoratori non verrebbero più illusi di un lavoro sicuro che sicuramente non lo è, non solo per i contratti ma per la sua stessa natura inutile.
    2) nel momento in cui si analizzerebbe una disoccupazione si presterebbero denari a quelle attività che hanno una valenza reale produttiva, cioè fanno veramente qualcosa che serve e che produce; di consequenza questo tipo di attività naturalmente non cadrebbe in fallimento facilmente ecc ecc...

    tutto qui per me.

    ANDROJINN

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  6. allora il punto è che..la delocalizzazione per la mente industriale non è inutile...come non è inutile nulla..è un braccio della produttività spostato per cercare di dare un opportunità lavorativa!
    1)L'illusione lavorativa c'è cmq in ogni caso sempre...e la certezza nel mondo globalizzato è difficile.... si vende al migliore offerente...
    domanda e offerta...
    2)certo ma la disoccupazione si potrebbe in qualche modo soffocare basterebbe abbassare il salario minimo...però vedi se il prezzo si abbassa la domanda si abbassa e l'offerta delle aziende si alza...costi di meno ti compro! purtroppo nella mente razionale-fredda-economista è questo...
    ma onestamente non puoi analizzare banalizzandomi così con l'esempio caso-limite di termini....
    alla fine è l'errore...della localizzazione...glocalizzata--
    ti consiglio di leggere la "terza italia" di Trigilia
    ...
    l'evoleversi di tutto...è in continuo movimento

    La Vale

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