domenica 31 gennaio 2010

ANDROJINN: Crisi metropolitana



Come tornare alla natura partendo dall'appartenenza metropolitana?


Ricostruire un corpo umano nell'ambiente naturale: ossa di animali, terra come pelle, legno i muscoli, forse pietre in alcuni organi.


La vita riparte! Ecco i vegetali farsi avanti sulla pelle, il corpo prende vita e respira! anche i polmoni sono sistemati. L'acqua dà la vita e l'erba cresce e verdeggia sulla superficie

Insetti da minuscoli via via sempre più grossi invadono il legno, il marciume vegetale e organico delle ossa. Migliaia di milioni di specie diverse si contendono lo stesso corpo. Ecco la ricchezza genetica!

I sali minerali dalle pietre scorrono alla terra; l'azzoto dall'aria, le parti organiche daranno proteine. Col tempo si creeranno vene, gallerie e percorsi del materiale vivente. Un cuore astratto pomperà questo umus per tutto il corpo ricostruito.

Tutti i giorni, con perfetto tempismo, il sole irradierà di calore la superficie verde tesa allo spasmo al cielo. Il cilco degli elementi in un piccolo corpo sta funzionando.


La meraviglia della macchina naturale è all'opera.


alla fine una domanda rimane lecita, Cos'è una persona nella sua città?


ANDROJINN

Coccia / Le voci e i sensi

Spesso non ci urta un’opinione in sé, ma solo il tono con cui viene espressa. Non è il contenuto che fa la differenza, ma anche e soprattutto la voce con cui viene veicolato. Ci sono voci alle quali mi riesce difficilissimo dare ragione. Sono quelle voci strozzate e accartocciate, che sembrano implorare e lamentarsi al tempo stesso. Voci dove la lamentela nasce dall’implorazione, dalla debolezza, da un neanche troppo latente vittimismo di fondo. Voci che parlano, ma senti che non ascoltano, vanno sulla loro strada ed hai proprio l’impressione che asfaltano tutto senza prestarti attenzione. Voci che senti che giungono alla parola a fatica, che sillabano grezzamente, che scandiscono male le parole, articolano sgraziatamente i suoni. Voci che trasudano ferite, che sembrano interpellarti allo scopo di farti sentire sempre in colpa. Voci in cui è sempre implicito un tacito rimprovero.

È tutto un fatto di come, e non di cosa. Ciò che fa la differenza è l’espressione. In questo caso, l’apparenza domina decisamente ogni sostanza. Ma è superficialità farsi letteralmente stregare dal flusso di sensazioni che proviene da una melodia, anzi, in questo caso, dall’assenza di melodia che sentiamo? Da un suono che ci urta? Impressioni sensibili, mera empiria, semplice dominio della sensazione. La persona ragionevole, diremmo, trascende. Va oltre. Va al contenuto, alla sostanza. Ma non c’è forse un’altra verità, una verità tutta dell’apparenza, che sta nella sensazione, che sta nell’immediato contatto, nell’immediata percezione, nell’impulso che risponde senza mediazioni, nell’istinto?

Non è forse questo un caso in cui è bene essere superficiali… per profondità?

Coccia (31/01/10)

sabato 30 gennaio 2010

La Vale: e voi la chiamate "DEMOCRAZIA"...





QUANTI ANCORA???
SIAMO IN DEMOCRAZIA E LIBERTà... OGNUNO PUò MANIFESTARE LIBERAMENTE...!
L'art. 21 della Costituzione stabilisce che:
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.

DAVVERO????
MATTANZA CONTINUA DEI SERVI DELLO STATO....
La Vale

venerdì 29 gennaio 2010

La Vale: SI FA PRESTO A PARLARE!





E' facile parlare, giudicare non ascoltare l'altra persona il nostro interlocutore!




E' facile dire io "lotto", io "sono contro il sistema" e poi non fare nulla per cambaire


E' altrettanto facile beccarsi una manganellata perchè invece lotti davvero per "cambiare il sistema"..




E' facile anche guardare e stare fermi e inerti su se stessi e i propri errori sbagli e parole!




Dovremmo farmarci di più e riflettere sull'importanza delle parole e delle persone!


e allora?




Cosa è giusto? Cosa è sbagliato?




ricordare è giusto...ma ricordare è un momento per riflettere anche di questa società che sta marcendo! degli errori, dell'odio.




.ma se non ci rispettiamo tra noi come possiamo pensare di volere il rispetto di tutti!?




e allora che si fa?




E' facile giudicare colpevole chi manifesta e solo perchè al viso coperto lo indicano come il "colpevole" colui che si copre perchè violento "



è lui la miccia che farà esplodere la massa".... ma è proprio così??




Non ci chiediamo nemmeno il perchè giudichiamo e bolliamo ( o meglio lo fanno in gran parte) ecco io invece sono dalla parte di chi con il viso coperto a causa dei lacrimogeni, la rabbia in corpo perchè ha visto picchiare senza ragione ragazzi spaventati che come lui stavano manifestando per un mondo migliore... ha preso quell'estintore in segno di rabbia alzandolo contro quelle uniformi.. si! avrei fatto la stessa cosa !

ma la sua vita è stata stroncata così...veloce...senza pensare...

chi è la vittima chi è il carnefice?

.....




Facile imputare, facile indicare ed etichettare...




certo....




mettiamoci nei panni di tutti...prima di giudicare in modo spropositato!



il mio è un esempio..ma se ne possono fare molti...



chi devia viene impiccato...non ci si chiede neanche il perchè ha deviato...o se ha davvero deviato...



Cinica ma reale, provocatrice di coscenze-conoscenze ..






La Vale

giovedì 28 gennaio 2010

Amélie_to BE or to SURVIVE?

"Il segreto per rimanere giovani sta nell'avere una sregolata passione per il piacere."

O.Wilde



credo che l'essere umano sia potenzialmente meraviglioso ma credo che si sia un pò perso.

un pò perso dietro a tante cose che in realtà non gli sono affatto essenziali, così si è ingrigito e in molti casi ha imparato ad accontentarsi sprofondando in una terribile mediocrità, dedito al nulla.

al NON pensare, al NON agire, al NON rischiare, al NON vivere..

credo che sia terribile notare come moltissimi non abbiano neanche una scintilla nello sguardo, senza sogni, progetti, follie, canzoni da scrivere, libri da leggere, viaggi da intraprendere.

L'essere umano ha una vita media più breve di quella di un chewingum, dovrebbe almeno renderla spettacolare...

have a good night..

consiglio l'ascolto degli SMITHS...



Amélie

mercoledì 27 gennaio 2010

ANDROJINN: INTENSA SENSAZIONE



"MEMENTO MORI"
e sei un cretino se rimani ancora li ad aspettare che qualcosa cada dal cielo
ANDROJINN

PER NON DIMENTICARE




OGGI 27 GENNAIO 2010 GIORNATA IN MEMORIA DI TUTTE LE VITTIME INNOCENTI UCCISE BARBARAMENTE DA MANO NAZI-FASCITA!


ORA E SEMPRE RESISTENZA!


PERCHè NON DEVONO PIù RIPETERSI NELLA STORIA DELL'UOMO FATTI COSì DISUMANI E SCHIFOSI....




Nonostante tutto oggi 2010 devi stare attento al colore della tua pelle, dell'accento, dell'ideale...devi stare attento a come parli e a come manifesti a come ti comporti...perchè ancora oggi c'è chi in modo subdolo ma non meno grave discrimina il diverso e ALIMENTA la corrente dell'odio xenofobo,razzista...




CHI NON HA MEMORIA NON HA FUTURO!




credo che la firma sia superflua perchè sono convinta che tutti condividano questo pensiero oggi con me e credo che la firma sia di tutti gli amministratori di questo blog in modo condiviso, in un'unica voce !

domenica 24 gennaio 2010

La Vale: "piccolo sfogo di chi ha troppe parole in testa"


Renderò un pò tutti partecipi delle mie turbine mentali...che ogni tanto girano più velocemente ed eccomi qua a scrivere......per far chiarezza dentro alla mia testa (forse)!

sono io quella “fuori dai binari”….preferisco ingoiare un sacco di parole pesanti come veleno… che dire ciò che vorrei dire
Perché?
Parlare è difficile come è difficile “relazionarsi” con gli “altri” in modo giusto ed equilibrato..parole fonte di verità che molto spesso fanno fatica a diventare reali..
mi sento frantumata come la pietra quando si polverizza e lascia solo minuscole particelli volanti nell'aria....fatta di quella consistenza impalpabile fragile ma nello stesso tempo "dura"...perchè bisogna esserlo!






e allora si ignora,






si soffoca






si spegne il tutto sorridendo e apparendo per ciò che non si è..
Ci si butta nelle cose di tutti i giorni, nel lavoro, nello studio, l’importante è non pensare perché se pensi è finita…e allora ci si copre gli occhi con le mani e non si guarda in faccia il proprio “assassino”… è più facile nascondersi che farsi vedere per come si è…prosciugati da ogni schermo o protezione…”nudi” nel proprio essere e nella propria esistenza..
me lo ha detto una mia amica....ci vuole un grande dolore per riniziare a respirare...e ha ragione! Solo che quanto deve essere grande questo dolore?
perchè bisogna sempre soffrire in tutto e per tutto?
i minuti di felicità in cui una persona sta bene sono sempre così pochi e brevi che tutto fugge di mano...tutto perde valore..





io non ho più voglia di cambiamenti grandi che rivoluzionino troppo la mia esistenza...se aspettiamo troppo una cosa nel momento in cui finalmente la otterremmo perderemo il sapore di gustarcela lentamente assaporando ogni piccolo particolare...tutto è così salato come quella lacrima che sta scendendo dal mio volto mentre scrivo queste parole che fuggono dal mio cuore...



La Vale

venerdì 22 gennaio 2010

ANDROJINN: IL MIO NOME


Questa è una mano.
Legno e ossa animali, sulla base pezzi di vetro riflettono questa struttura composta.
La scultura è poggiata su due dita, in un finto equilibrio. Non è molto grande.
Mi ricorda l'anoressia.
Mi ricorda la mano di Dio.
In tutte e due i casi la parte ossea simboleggia l'aridità, la mano colorata simboleggia ciò che di più umano cè e lo specchio serve da vanità-finzione.
Come potrei chiamarla? Con che mone o frase potrei accennare a tutto ciò?
ANDROJINN

martedì 19 gennaio 2010

La Vale e ........ "LA TERZA VARIABILE!"

E' la terza variabile quella che si ignora e non si prende mai o quasi mai in considerazione...molto spesso riteniamo causa di un avvenimento "una variabile errata" che ci inganna..
ad esempio ecco... tipo l'amore; il sentimento che più ci prende alla sprovvista...ma quante forme di amore esistono?quanti modi di innamorarsi diversi?e quante volte non ci accorgiamo di quel sentimento che ci fa tremare un pò la voce e arrossire??capita...troppo velocemente da mettere a fuoco......il piacere che ti inganna....l'atrazione fisica...





e la terza variabile?qual'è? cos'è? cosa centra nell'amore?


è l'ANIMA..la parte incorporea della persona,è questa la terza variabile che silenziosamente scombina tutto in amore e non solo....Beati voi se vi capite sempre se riuscite sempre a fare chiarezza in ciò che provate e vivete....molto spesso è più facile essere travolti da tutto così velocemente da non avere la forza di pensare a ciò che accade...e neanche di chiedere da cosa è stato influenzato e perchè..Lezioni di vita basate su una logica illogica..la terza variabile che inconsciamente fa capolino nelle nostre vite e che noi scacciamo come una mosca impazzita...regge? regge tutto questo elogio positivista? può darsi ... è un tuffo nel nostro subconscio è capire noi stessi, la parte incorporea, fluida che si scombina..


Tutto si ripete imancabilmente come un soffio di vento sulle nubi...e forse uno spiragio di luce c'è anche se non sembra....ecco forse dovremmo fare più attenzione alla "terza variabile" alla parte che più di ogni altra cosa è in noi anche se non è visibile fa parte di noi, ci influenza e ci permette di fare delle scelte...l'IO più entropico della terra...ascoltiamo la voce di noi stessi,oscuriamo immagini confuse...chi non ha anima non ha occhi per guardare la luce...che tramonta in uno specchio all'incontrario proiettandosi nell'infinito...




""Ecco la mente di una studentessa annoiata davanti ad un libro mentre fantastica e ipotizza "la ricerca sociologica" come un viaggio ipnotico e snaturale in "pensieri sentimentali"... sì a volte troppo studio fa malissimo..!!""


La Vale

lunedì 18 gennaio 2010

ANDROJINN: VIVA LA VIDA LOCA




Allontanarsi da questa società, lasciarsi rotolare via lontano dal pericolo.


Possono controllarmi? Ho le capacità per tutelarmi?

Non credo. Oggi tutti questi media mi investono d'informazioni opinabili, devo fare uno sforzo mostruoso per continuare a mantenere una mia idea e un carattere critico.

A volte arrivo a casa intento a scrivere o dipingere ciò che per tutto il giorno mi è ronzato in testa chiaro e nitido e invece mi ritrovo vuoto, un vuoto adatto ad una gara di eco, e triste come quella famosa scatola di cioccolatini (cinesi) " Non sai mai quello che cè dentro"

già, cosa cè dentro? Cosa mi hanno impiantato in testa?


o forse dovrei dire.... cosa cè là dentro? dentro a quella comunicazione virtuale, dentro all'immagine catodica e agli studi cinematografici. Cosa mi stanno facendo al cervello?!!!


Non siamo più uditori critici, non siamo più oratori appassionati; siamo solo consumatori consumati.


Ho bisogno che mi ascoltiate, ascoltatevi. Cè un tale vuoto dentro ognuno di voi che per ritrovarvi dovrete urlare a squarciagola, dovrete mandarvi segnali di fumo se non appiccare veri e propri incendi dell'anima. Stiamo andando incontro ad una morte prematura, NON è GIUSTO!!! Meglio una vita schifosa che una non vita.
ASCOLTATEMI!!! zombie spiati dai sondaggi, non fate quello che vogliono anche se vostro stesso desiderio, sicuramente vi stanno traviando quindi il vostro pensiero è pilotato. Ritornate alla terra, al sole, all'aria. Siate di nuovo quei pionieri primitivi che solcavano gli spazi terrestri in cerca di un Dio o del pane. Abbiate spirito di morte perchè esso vi porterà a vivere e ad essere immortali, dopotutto immortale è l' UMANITà, non pensatela come una parola astratta, l'umanità è FISICA, è un'entità REALE! Non lasciatela morire sotto la pressa della decelebrazione mediatica!!


Gli animali vedono tutto il presente, noi vediamo solo 9 canali nazionali e una 10na di giornali. Non siamo più la razza superiore.



ANDROJINN

venerdì 15 gennaio 2010

La Vale: 1 Marzo 2010 - 24 ore senza di noi - La giornata senza migranti



Doveroso pubblicare e rendere noto a tutti/e anche sul blog dell'evento che si terrà il 1 marzo 2010, un evento importantissimo!!
vi consiglio vivamente di andare a vedere l'iniziativa come si svolgerà sul sito
http://www.alessandriainmovimento.info/news.php?extend.81.5mercoledì

Il giallo sarà il colore prevalente, e spero di vedere un mare di giallo il 1 marzo...
STOP AL RAZZISMO!
STOP ALLE DIFFERENZE ETNICHE!
SIAMO TUTTI/E UGUALI!
MA SOPRATTUTTO SENZA DI LORO L'ITALIA COME FAREBBE??

La Vale

mercoledì 13 gennaio 2010

La Vale: la classe operaia va all'inferno



Questo il titolo di un documentario curato da Simona Ercolani, ricostruisce attraverso le testimonianze dei colleghi e dei parenti delle vittime, l'incidente alla ThyssenKrupp di Torino del 6 dicembre 2007 nel quale persero la vita sette operai. Sono passati due anni e un mese da quel tragico incidente in cui morirono sette operai... molte promesse, molti progetti per fermare una mattanza continua...una strage che ogni giorno può colpire la vita di chiunque come un fulmine al ciel sereno inaspettato.
La visione del documentario la consiglio a tutti! E' molto forte e cruda ma ne vale la pena di vederlo e di rifletterci un pò, inoltre pone in rilievo l'insicurezza e l'abbandono di operai che pur di portare a casa uno stipendio dignitoso metteno a repentaglio la propria vita!

Ma oggi quale prezzo ha la vita?
Quale prezzo ha la dignità umana?
ci sono morti di serie A di serie B...?

Morti che hanno il "rispetto" istituzionale e il lutto cittadino come certi soldati definiti "eroi" solo perchè hanno in mano un fucile e portano "la pace" con le armi e la guerra e c'è chi invece muore silenziosamente sul proprio posto di lavoro...senza una parola..punto.
come se fosse stata una loro colpa per inadempienza...
con questo non voglio provocare una rissa ideologica...ma vorrei solo scrollare i pensieri di molte persone e chiedere:
è giusto questo?
E' giusto che le multinazionali alimentino la loro voglia di profitto e si nutrino cibandosi sulla pelle delle persone?

A me pare di no..!

A me pare che qualcosa nell'ingranaggio del meccanismo automatico che fa ruotare il sistema lavorativo non funzioni più e si sia inceppato; nonostante continui a stridere ed a emanare fumo e scintille viene comunque ignorato come segnale d'allarme..
E nel 2010 si continua a morire di lavoro...silenziosamente...le fabbriche chiudono dislocano in altri paesi dove "costa meno" e senza curanza lasciano a casa tantissime famiglie..tanto a loro che importa?
al massimo ti mettono in cassaintegrazione e tanti saluti...

e tu?

E tu devi stare zitto! puoi anche scendere in piazza manifestare il proprio dissenso farti vedere dall'opninione pubblica e metterti su un tetto...ma a Loro non importa! a chi regge il sistema non importa...se sei bianco,nero,giallo o a strisce a pois...sei un numero e ora "costi troppo" non puoi lamentarti sei un numero....
normale?
Normale al mattino uscire di casa e non sapere se tornarai?
...se ti ammalerai?..se il fumo che respiri ogni giorno da quel grande serbatoio di regalerà qualcosa...?
normale?

certo che no!

E sei incazzato con questo, SEI INCAZZATO perchè in tv la cosa principale è che la "la plastica facciale" di un premier ---il peggiore che l'Italia si ricordi sia venuta bene oppure no, se la velina è fidanzata con un calciatore..
ma se l'operaio muore chissenefrega...è colpa sua non è stato attento... "click"!

rifletteteci un pò sopra a tutto questo...
e guardatevi il documentario...

LA CLASSE OPERAI VA ALL'INFERNO..
E DI LAVORO SI MUORE...ANCHE


La Vale

BARBIERE: sfondo blog

Il modo più leggibile è nero su fondo bianco.
Per fare lo sfondo nero come prima e il bianco solo sotto al testo bisogna cambiare l'HTML...
... io non sono capace qualcuno si?
Oppure cambiare direttamente il modello...

Il Barbiere di Marsiglia

martedì 12 gennaio 2010

Giocher - Il mio amico social network

Chi non ha un amico?
Scusate la domanda retorica e alquanto obsoleta, vedrò di riformularla stando al passo coi tempi: chi non ha un social network come amico?
La partita a pallone è solo un ricordo, la scampagnata in mountain bike è roba da fessi, un bel film al cinema....non sia mai di perdere tempo quando si può scaricare!...ma non è internet in sè il problema che ci tiene incollati all'LCD (o al catodico per i nostalgici) del nostro PC...sono i prodotti che offre ad avere creato dei mostri.
Dentro il citato social network (ne sono disponibili svariati generi e tipi, come Facebook, Splinder, Badoo, Blogger, Msn ecc.) tutto inizia con un’iscrizione gratuita e la creazione di un blog. Cos’è un blog? Si potrebbe definire il sito web personale della persona comune, un grande diario virtuale (per nulla segreto, quindi lontanissimo dall’unicità misteriosa e affascinante di un classico “caro diario”) nel quale esprimiamo noi stessi con qualsiasi mezzo. Scritti, pensieri, poesie, link preferiti, stronzate, foto e video di noi stessi, della nostra vita, delle nostre eventuali creazioni, e qualsiasi amenità ci vada di condividere con l’umanità. Diventiamo così personaggi semi-pubblici, e la cosa ci piace alla grande, perché ci permette di sentirci quasi al livello dei nostri eroi preferiti, come Topolino, Benny Hill o il Lavazza Amodomio.
L’utilità di una simile organizzazione può essere quella di ritrovare vecchi amici o trovare nuovi amici, scambiare opinioni con persone interessanti o farsi conoscere in un determinato campo. Se sei un aspirante attore, inserisci il tuo video dove interpreti Otello di Shakespeare, ed eccoti immediatamente contattato da una grande compagnia teatrale che provvederà a trasformarti in protagonista nei più importanti teatri internazionali! (ahahahah)
Scherzi a parte, tutto ciò prevede anche gli inevitabili effetti collaterali. Ovviamente, senza oltrepassare i limiti della decenza (come evitare di mostrare nelle foto più del 10% di una parte solitamente coperta da mutande o reggiseno), è possibile inserire in questi diari OGNI cosa. Ecco che la diciassettenne di turno descrive la sua crescita a livello giornaliero, dal primo ingresso nel mondo dei tampax, all’essersi fatta il settimo buco all’orecchio, fino all’ora in cui si è rotta un'unghia. Il truzzetto, munito ancora di denti da latte, ma già rasato dove moda richiede anche se non sa nemmeno come sia fatto un pelo, che inserisce centinaia di primi piani di se stesso, manco fosse un prodotto da vendere, con dubbie e inchiavabili espressioni. L’innocente fotografia di una graziosa ragazza, in maglione, capelli raccolti, e sorriso interessante, inserita per il semplice scopo di dare ai fruitori del blog un’identità al suo corpo, viene nel giro di pochi minuti bersagliata da centinaia di commenti pieni di stile, come “a ttopa sei troppo gnocca!” o “me lo farei volentieri un giro su di te, se ti va passa a trovarmi!” (ovviamente nel suo blog, non a casa sua).
A tutto ciò si collega il non meno importante aspetto degenerativo legato all’apprendimento relazionale e alla socializzazione. Se prima chi era timido, impacciato o solo stupido, doveva volente o nolente “svegliarsi”, sia in campo sentimentale che lavorativo, ora ci sono i blog a fare da maschera paraculo. Sei mostruoso/timido cronico/insicuro/maschilista malato di sesso/estremamente deficiente? Che problema c’è? Presentati sul tuo sito come bellissimo/estroverso esagerato/so quello che voglio/rispettoso del gentil sesso/estremamente intelligente. Con tanto di foto fasulle, molto migliorate, o inesistenti, il gioco è fatto. Attraverso la possibilità di scriversi, fare nuove amicizie e conoscere gente mai vista, ecco venire fuori dei salutari appuntamenti al buio in pieno giorno…che possono finire, per esempio, in assurdi fidanzamenti forzati e assolutamente passivi per una delle due parti, ai limiti del tragicomico (sic!).
E I mitici insulti via blog tra amiche? Un’affascinante prova di quanto sia sentito il sincero scambio di opinioni a voce. “Vaffanculo”, posta una. “Non hai capito un cazzo di me”, posta l’altra. E tutto il mondo a leggere, come a seguire un incontro di boxe in diretta. Ma a noi cosa ce ne può fregare?
Propongo che tutti i social network inseriscano, prima dell’iscrizione, un test attitudinale creato da psicologi e sociologi esperti, altrimenti anche un neonato senza un occhio potrebbe falsificare le risposte. Se l’utente è troppo idiota o pensa di crearsi uno spazio nel web per fini al limite della sopportazione umana, così potrà essere respinto!! E chi ci è già in mezzo, ma non può fare a meno di passare il pomeriggio su questi diari virtuali a guardare foto, commentarle o rompere i coglioni al prossimo, si guardi intorno. E’ pieno di belle cose molto più interessanti da poter fare. Per esempio fare una bella torta. Leggere un libro. Godersi un campo di girasoli. Farsi una passeggiata su un ponte storico e ammirare il torrente in piena che vi passa sotto. E magari buttarcisi dentro.

Giocher

La Vale: Abbracci gratis!




Eh che dire...in questi giorni in cui si sente parlare solo di odio, xenofobia, razzismo e omofobia... voglio proporre un'idea per avvicinare tutti ad un momento riflessivo di affetto reciproco:


gli ABBRACCI!



Forme di affetto gratis!



Chiunque ogni tanto ha bisogno di un'abbraccio e di una cioccolata calda...con questo freddo poi ci vuole!è un progetto, un'idea relativamente bizzarra e colorata...vista e rivista me che si potrebbe comunque provare a realizzare....Ci vuole solo un pezzo di carta,una scritta,...una parrucca...ma soprattutto armati di spavalderia e
. abbracci gratis in giro per la città!
una città, grigia fredda diffidente e guardinga risvegliata da caldi abbracci con offerta di cioccolata calda...per strada!
Bisogna sperimentare e sperimentarsi....rompere gli schemi e andare incontro alle opposizioni e alle rigidità!iniziamo a rompere i muri dell'indifferenza, dell'invisibilità, del menefreghismo e dell' isolamento....un'azione apparentemente banale ma che può rompere la monotonia solita !!
io ci sto! e credo che sia bello improvvisare una follia insolita!
Spero che altri accorreranno a questo salto di testa ... in giro liberi da vincoli regalando a tutti qualche sorriso!!!

combattiamo la diffidenza!

La Vale

lunedì 11 gennaio 2010

Mile : In difesa dell' astrologia



Questo mio primo post lo dedico a chi pensa che l'astrologia sia un trastullo da giornalino senza troppe pretese, una merce di facile scambio quando si vuole attaccare bottone in discoteca, un vezzo da wanna marchi, un insulso riempipagina per giornalisti in crisi creativa.
Scrivo per comunicare agli scettici e ai fedeli proseliti della Scienza che astrologia non significa oroscopo di paolo fox, propinato dalle poltrone di dubbio gusto di domenica in e simili.
Non significa nemmeno previsione del futuro con ausilio o meno di sfera magica alla Merlino.
Forse l'idea errata che si ha della astrologia nasce da facili semplificazioni in versione pop fatte circolare in genere.Ma soprattutto forse la colpa è da imputare al razionalismo imperante della nostra società che deriva direttamente da quello greco.
Non a caso la grecia classica degli spendori giunti fino a noi, nasce sotto il segno della bilancia, segno zodiacale incline al razionalismo.
Ecco quindi la pretesa contemporanea, e non solo,di voler misurare e dimostrare scientificamente tutto quanto.L'astrologia è indimostrabile, e allora?
L' astrologia, e più specificamente l' interpretazione del proprio tema natale (fotografia della posizione dei pianeti al momento della propria nascita), non è altro che un sistema di simboli, con precisi attributi, che permette di accedere alla propria sfera emotiva profonda; attraverso congiunzioni, quadrature, trigoni tra pianeti vengono delineate le caratteristiche della propria personalità i rapporti con gli altri, la famiglia, gli ostacoli "ostinati", cioè situazioni, fatti, prove che ciclicamente si ripeteranno durante l'esistenza-simili nella sostanza ma diversi nella forma.
Insomma l'astrologia è una chiave di lettura di sè, un modo, potremmo dire, per non brancolare nel buio di se stessi (come la sottoscritta che scrive) senza mai capirsi, senza mai conoscersi.
Su un frontone del tempio di Apollo a Delfi sta scritto "conosci te stesso"; l' astrologia serve a non rispondere a questo mantra "no, io con gli estranei non parlo mai".

P.S: "vado via a cercare me stessa, se mi trova qualcun altro chiamatemi".

Mile

domenica 10 gennaio 2010

ANDROJINN: Senza immagine pregiudicante




...La vera identità...

in questi giorni mi è stata posta un'importantissima domanda "Cosa diventerà per te questo blog?" la mia risposta è stata"Sarà ciò che sarà" (citazione da Erri de Luca ndr)


...io vedo....


che sarà una stanza senza pareti costrittive e senta soffitto protettivo. Le nostre parole saranno libere in balia dei venti.


la mia immaginazione mi trascina al centro di un perimetro infinito, privo di un orizzonte netto, pieno di spazio da muoversi; come ogni cosa viva che obbedisce alle regole del tempo solo la morte ne creerà un confine definito, quello del suo "è stato".


La forma e l'identità si plasmerà non preventivamente diventando così percorso incanalante, ma addosso alle nostre pubblicazioni. Sarà come un vestito di sartoria, elegante e sobrio capace di non costringerci il collo senza farci respirare ma calzerà a pennello lasciando spazio a tutti i nostri personali movimenti.



chi siamo? chi vogliamo essere? un pacchetto d'idee o un divenire d'idee? la differenza la fà la grammatica, il tempo dei verbi.


Essere ieri o essere domani?


Personalmente mi sento bene quando credo di essere un pezzo di pongo nelle mani di un enorme bambino. Informe incanalo le aspettative di una mente giovane e pioniera; io sto bene quando incito la speranza perchè l'oggi è frutto del "ieri" e ora si crea il domani.


Retorica? si, un pò, ma dal saperlo al percepirla questa presenza in sè del tempo umano e delle possibilità ne percorre fatica ed esperienza reale.


...io penso...


Che quando osservi un bambino apprendere il mondo intorno a sè con goffaggine e spregiudicatezza non immagini chi diventerà e non ti accorgi che stai osservando l'entropia più potente del genere umano, quella che crea il Senso.


Quindi per me questo blog sarà cmq qualcosa di domani fino a chè ci sarà, quando "sarà stato" potremo giudicarlo.



ANDROJINN

giovedì 7 gennaio 2010

La Vale: quella paura di...guardarci


ho pensato di fare un viaggio lontano da questa scrivania, dai soliti posti comuni, dalle solite facce..
dall'insicurezza di avere un futuro...
un futuro che c'è ma non si vede,
di non trovare un lavoro...la paura che è nutrita da troppe mani che vogliono arricchirsi sulla pelle di chi poi ci muore davvero lavorando..
e credo che bisogna essere un pò codardi nel pensare e nutrire la voglia di mollare tutto...per viaggiare senza meta ma con l'unico desiderio di andare, di scappare di correre lontano, perchè io non la voglio mica fare la fine di "una persona qualunque con una vita qualunque anonima"
eh no sarebbe troppo comune per me e voglio conoscerla e risvegliarla quella parte della mia anima che sonnecchia sonni tranquilli e pigri all'ombra di tutto quello che succede..
e se la risvegliassi ?? tanto da se stessi non si scapperà mai!!!
potrei andare anche a 700 km lontano dal mio piccolo mondo e monologare sola con me stessa sulla mia esistenza...
ma poi?
finirei solo trovando lunghi silenzi che riassumono parole eloquenti...
"guarda che scappare serve a poco..serve se riuscirai tu a cambiare ciò che sei..."
cosa sono? Da dove vengo? perchè sono qui? e tu chi sei? lo sai? e il futuro? un lavoro ce l'hai?
perchè farsi poi tante domande...??
si vive ..anzi si sopravvive lavorando, e campando in modo dignitoso punto!
e per i sogni?
eh per quelli forse a volte riuscirai ad avere un piccolissimo pezzettino di tempo tra un caffè e un altro...per sognare un pò...
il lavoro-la casa-la famiglia-tutto condito programmato nel forno cotto e masticato per noi..
In tutto questo ho perso la direzione, l'orientamento e mi aggiro confusa per la città come un'automa trascinando piedi pesanti e svogliati che camminano con un mp3 in tasca che coprirà molti suoni e voci...e vicino a me molti sguardi..
divertiti, impauriti, assonnati, infreddoliti, incuriositi, allegri, simpatici, tutti occhi che incontrano il mio stesso sguardo emblematico e forse il mio stesso pensiero...
o magari non si accorgeranno neanche della mia presenza che cammina ciondolandosi su e giù verso una direzione che non è ben definita..
Anche oggi l'aria sa di bagnato...anche oggi ho vissuto in questo piccolo mondo la mia piccola vita, senza pretese, perchè a voler la perfezione ci si muore! e non ne vale la pena..
il sorriso di un bimbo sull'altalena che si diverte con poco è sinonimo che non bisogna guardare alla grande per avere un briciolo di felicità che basta volerla quella felicità quel sorriso che sfuma nell'aria.. e forse la mia felicità è qui a portata di mano, ma sono troppo pigra per allungare un dito cercando di sfiorarla...
chissà se le cose che ho detto all'inizio siano poi così vere, scappare serve?
chissà se da noi stessi e dalle nostre paure ci libereremo mai un giorno o se invece lontano da certi occhi e incontrando altri occhi, altre vite, altre emozioni riusciremmo a tamponare meglio il dolore che a volte si prova a restare immobili ad aver paura di respirare troppo forte ad aver paura di essere felici
così pieni di noi stessi e vicini da essere così vuoti e lontani...

La Vale

Coccia - Ritorno “a casa”.

Non era saltato nulla per aria. Avevo lasciato questa “casa” tedesca che con fare divertito avevo così chiamato tra virgolette (a mia madre avevo proprio scritto: tra dieci minuti sono “a casa”, confidando che cogliesse quel pacato velo di sarcasmo). Avevo lasciato il riscaldamento in stanza acceso, ma solo un po’ di polvere si era aggiunta in quei venti giorni. E un po’ di neve sulla collina di fronte. Quella però non dipendeva da me. E a pensarci bene, nemmeno la polvere.

Avevo viaggiato senza lasciarmi troppo tempo per pensare, non per fuggire da chissà quale inquietudine, ma perché l’idea che un viaggio di otto ore potesse anche fruttare la trovavo superlativa. No, non sono uno di quei manager cronomani che vivono nell’equazione tempo denaro neanche per sogno. Sebbene il portatile sul tavolino ripieghevole dell’euroqualcosa Milano Zurigo mi dava un’aria professionale. Smentibile immediatamente dalla mia sciarpa da bohemien in pensione e la mia giacca verde da guardaboschi d’Appennino che giacevano neglette sul sedile a fianco. Ben più vicino al vero fu il saluto che mi rivolse un ragazzone tedesco di poco più grande di me suppongo che camminava con una stella cometa sottobraccio. Era nei pressi della chiesa di Lustnau, il mio quartiere tubinghese. (Lustnau era una Ovada del Baden Wüttenberg dati demografici alla mano assorbita dal municipio di Tubinga in un certo momento non ricordo quale del Novecento. Lo avevo letto su wikipedia). Non mi salutò esplicitamente, ma lasciò il cenno, seppur sospeso, a mostrare la sua empatia. Avrò avuto l’aria del viandante soverchiato dal peso del suo zaino e di un trolley di chiara qualità scadente per ispirargli carità cristiana, chissà. Per un attimo pensai di convertirmi al cristianesimo. Cinque secondi dopo pensai a quelli che si fidanzano in Erasmus e sanno dal primo momento che tutto finirà. Se non potevo ingerire la prima menzogna così ben costruita e oleata nei secoli, come avrei fatto con la seconda, ben più superficiale e decostruibile? I tedeschi, pensavo, sono timidi. Una ragazza salì sul treno tra Horb e Tubinga con uno strumento musicale. Avrà avuto sedici massimo diciotto anni. Era castana e aveva un piumino a quadri. Un’aria dolce, semplice ed anche un po’ imbronciata. Non incazzata, imbronciata. Ascoltava qualcosa tipo metal. La Germania è piena di ragazze che suonano strumenti tipo violini che danno immaginazioni languide e frammezzano sfogandosi col metal. Tutto quello che ho notato in questo viaggio, l’ho notato tra Horb e Tubinga. Prima avevo una tesi da plasmare e un bel libro a farmi da paravento dalle mie emozioni. Ma quando poco prima di Horb finii di leggere del Codice dell’anima, che non era un romanzo di Dan Brown, ma un saggio di psicologia sul concetto di vocazione e destino che consiglierei a molti, beh, ritrovai quella selva di sensazioni dei primi tempi tedeschi. Solita commozione possibilista, cosa credete che non avessi già pensato a quali mondi possibili dietro una violinista tedesca di diciassette anni? (violinista, magari, anche no. Chi non mi dice, chi non vi dice che in quella custodia rigida non vi fosse un kalashnikov? (l’ho scritto giusto alla prima, oppure Word non se la sente di darmi torto)) mi è persino successo una cosa che diversamente mai mi succederebbe. Mi sono commosso per un bambino. Non è che odii i bambini, è che quando ero bambino io ero in mezzo a una vera e propria fucina di stronzi. Quindi, è comprensibile che non li ami. Al tempo stesso, cucci cù e altre amenità non hanno mai fatto per me. Ma sono intimamente naif come è vero che il lago di Garda è bagnato e se sono opportunamente ipersensibilizzato per gli affari miei, posso anche stupirmi sul regionale Horb Tubinga alle ore 15.41 del 7 gennaio 2009 in questo mondo dove una specie di mio padre di tre anni (Santo Freud non pregare per me!) giocava con me attraverso la porta vetri. Lancia cenni, e io li restituisco. Esplora, curioso come me per ogni porta aperta. (Ogni volta che sono su un treno strano o straniero – che poi voglion dire anche la stessa cosa – sono morbosamente curioso di vedere come è fatto il bagno. Ci sono diversissime teorie dell’arredo del cesso ferroviario a proposito). Non ho avuto ragguardevoli vicini di sedile. Quello che avevo sul Milano Zurigo parlava un francese sporco e aveva un volto emaciato. Fu perquisito all’altezza di Bellinzona e non è più tornato. NoNNnnN BNAltro momento, c’era una ragazza nana (è la parola più vicina alla realtà dei fatti che ho al momento quindi uso questa), cappotto blu, capelli neri, occhiali, scesa con me ad Horb, scesa con me a Tubinga, con me sull’autobus 1. Scesa alla fermata universitaria, Uni Neue Aula. Eravamo una buffa coppia, se capite il naif lago di Garda di cui sopra e non mi prendete per uno stronzo, stronzaggine che riflette solo il moralismo di chi punta il dito, io col mio zaino con dentro mezza casa, e lei. Abbiamo camminato assieme per un po’, afferrando al volo tutte le coincidenze. Siamo stati proprio bravi.


(7 gennaio 2010)

mercoledì 6 gennaio 2010

ANDROJINN: Memorie di una ragazza


Questa piccola storiella è stata creata per diventare un dialogo vocale, accompagnato dal sovrastante teschio di mucca come installazione.
Anche se mi piace non sono soddisfatto a pieno, cè qualcosa che non mi quadra penso nel contenuto. Ho il desiderio di dilungarlo di più ma l'ho segnata come opera finita e non riesco ad aggiungere niente.
Spero cmq vi doni qualcosa di buono :)


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Sono nata in ottobre, faceva freddo. Bagnata e sporca di liquido amniotico tirai la mia prima forte annusata di vita e l'odore che percepii era acre e forte, paglia mista a merda. questo per me significherà sempre casa.
Faceva freddo; la mia mamma e il dottore ebbero molta cura di me. Il ricordo delle coccole e delle cure è molto dolce.
In uno spazio che tutti definirebbero angusto ho passato la mia infanzia; io l’ho sempre considerato accogliente. Non ho mai preteso le stelle, perché era nella stalla che avevo tutto:
una madre premurosa, abbondante cibo, amici, conoscenti buoni e cattivi che facevano di ogni mia giornata un’avventura.
C’era una gran varietà di personalità: a volte non capivo se pensavano al cibo oltre che a riprodursi; altri sembravano più esistenzialisti, sembravano a conoscenza di un segreto che li intristiva. C’erano anche i pragmatici, fieri di quella meccanicità che caratterizza le nostre giornate.
Sia chiaro, a me non dispiaceva, però lì ad essere entusiasta ce ne passava!
Crescendo avevo voglia di novità, a volte guardavo fuori la finestra e m’immaginavo distanze così immense che quasi mi spaventavano; ma non ebbi tanto tempo per farmi troppi castelli in aria.
Sono morta di giugno all’età di otto mesi, c’è chi direbbe che mi hanno uccisa a tradimento, in maniera vigliacca; io, di certo, se è stato giusto o sbagliato, non mi sono mai posta la domanda.
Di certo potevo vivere molte altre avventure e divertimenti, ma quello che mi è stato insegnato è che la vita si vive giorno per giorno, nel bene o nel male, nel conformismo o nella rivoluzione, e che il domani è solo nell’amore.



ANDROJINN

Coccia - Timidezze

Era una di quelle giornate di primavera senza una direzione, o forse con una direzione già tracciata e non del tutto cosciente. E, pertanto, pesante. Camminavano senza troppa convinzione verso strade che infinite volte avevano percorso, insieme o con altri. I passi erano tracciati con una meta precisa, ma non c’era né la voglia di raggiungerla, né la sensazione di percorrere, loro due, la strada, quella strada. Non c’era un discorso, non c’era una naturalezza che permettesse che un discorso si generasse, non c’era un essere assieme. C’erano i cellulari, nuovi orologi da taschino; c’erano i treni, che i cellulari ricordavano e rendevano reali. A discapito della realtà di tutto il resto, che completamente trascolorava.

Alcuni amici, con loro, li seguivano, ma nessuno aveva reale soddisfazione di fare quello che stava facendo. Non c’era pienezza in alcuno. Non era noia quella che stava serpeggiando, ma qualcosa di più paradossalmente empatico: era una forza centrifuga, che faceva sì che, essendo in sei compresenti, in verità ognuno fosse solo. Solo, sì, già diretto al suo treno, alla sua lezione, al suo attendere qualcosa che potesse schiudersi ma non ora, perché ora ognuno era assente, e, contagiato, lui non riusciva a infondere quella presenza che desiderava, e che sentiva divergere intorno a sé. Era un circolo vizioso: avrebbe avuto bisogno di entusiasmo, si sentiva pronto ad accoglierlo, già lo covava, ci voleva solo un piccolo moto nella sua direzione, un’intenzionalità rivolta, uno sguardo, un gesto, un cenno d’intesa. O forse no. Forse sarebbe emerso solo un frammento, un coccio di vita, che non sarebbe riuscito a trattenere, a tessere, ad impastare, a nutrirlo in modo tale da sentirne la fibra, la fibra che cresce e si tesse con infinite altre fibre che lo costituivano, una dopo l’altra dacchè egli esisteva: esperienze, vita.

Ma non riusciva a innescare il farsi presenza di quell’Occasione in cui si trovava. I quattro amici lo salutavano, andavano ognuno a realizzare quanto già, non in atto, ma comunque nella direzione delle loro energie, stavano già facendo.

Era solo con lei.

La situazione non migliorava. Silenzioso, si sentiva impacciato. Responsabile si sentiva, forse come chi può interpretare il semplice, semplicistico ‘ti voglio bene’ in un ‘voglio sempre e solo il meglio per te’. E così era, voleva sempre e solo il meglio per lei, e non si perdonava, se non aveva quella presenza a se stesso, luce, energia, ovvero, se non aveva alcunchè da donare.

Donare, come sovrabbondanza di forza, di pienezza, era questa una possibilità che gli era propria, e che sentiva come specifica e desiderabile, la più desiderabile, forse, simbolo di momenti di presenza e di assoluta limpidezza, dove aveva capito che non era solo un aforisma ardito quello che sanciva come bellezza e verità fossero chiamate a coincidere. In quei momenti, con lei, lui era sommamente vero: era totalmente sincero, riusciva ad ascoltarsi compiutamente, e si percepiva in ogni suo gesto. Di conseguenza, in una perfetta osmosi interno – esterno, una armonia, che altrimenti difficilmente gli era concessa, si impadroniva di lui: era bellezza.

Ma non c’erano concessioni, doni, non c’erano quelle forze che non si cercano, ma da cui si è cercati; non c’era quel qualcosa capace di prendere dimora entro sé che chiamavano ispirazione. Le parole venivano in mente stiracchiate, e molto, insolitamente, taceva. Quando apriva la bocca, era la goffaggine. Iniziò a tirar fuori cose che avrebbe fatto meglio a tacere, o, il che era più grave ancora, a manifestare in altro momento. Quello non era quello giusto. Quasi gli rimbombava la sua voce, mentre la modulava. Ben presto se ne accorse, ed era degenerativo. Inizialmente maneggiava immagini molto belle, ma non aveva le parole giuste, né la gioia nel comunicarle. Buttate via. Se l’era bruciate. Accortosene, quasi impercettibilmente iniziò a portare ed emersione brandelli di confuse malinconie. Parlava con tristezza, senza saperne apertamente perché.

Intanto si erano seduti, ed il cielo, svogliato e incostante che era, iniziò a tuonare. Caddero piccole, grosse, gocce. Si spostarono, con una tettoia sopra le loro teste, ma sempre all’aperto. Stava piovendo, piovendo con inaudita violenza. Il mare, davanti a loro, era trafitto da una gragnuola di spilli sottilissimi. Le infiltrazioni ai piedi della tettoia di lamiera, che originavano melmose pozzanghere, erano sciacquate violentemente.

Lui le raccontava un film, un film dove loro per certi versi loro due avevano vissuto. Era un film che i critici avrebbero chiamato romantico, ma lui lo trovava semplicemente umano. Incontri, incontri mancati, occasioni, occasioni perdute. Cancellamenti e reincontri. Diceva alcune cose, ma in verità voleva dirne altre… non era allusività, sebbene tutto il loro rapporto sarebbe potuto essere stato letto in questi termini. Non riusciva a guardarla mentre raccontava, nemmeno a tenerle un braccio intorno al collo, o a sfiorarle una mano. Figuriamoci, a baciarla.

Mentre lei sentiva le stesse identiche cose.

Era timidezza. Erano timidezze.


(20 aprile 2009)

lunedì 4 gennaio 2010

La Vale: Quasi fragile come la neve..


Nevica su di noi.....fiocchi fragili,leggeri che per una frazione di secondo delicata quasi impercettibile decideranno dove posarsi se sopra a qualche casa, o portico o albero...

Scelte che assomigliano alle nostre che verranno assaporate come pensieri che si accavallano in turbine impazzite ..pensieri che diventeranno reali un giorno e altri che rimarranno sogni ghiacciati e sciolti dal sole caldo...pezzetti di neve che ognuno racconterà e vivrà....... Momenti felici, che si fermano in qualche parte della testa e che una calda giornata estiva forse riuscirà a sciogliere lasciando quel ricordo così leggero piacevole e vivo, come annusare l'aria e vedere un immagine riflessa in un altro pensiero di un'altra persona che evocherà forse una lacrima o un sorriso a quel ricordo ...



Dalla finestra vedo una bambina che sta correndo in un prato e che cade sbucciandosi un ginocchio mentre una nonna corre verso di lei a braccia tese, soffiando sopra la ferita abbracciando quelle lacrime di vita che sgorgano e mi emozionano; i ricordi affiorano bruciando e scandiscono ogni istante della vita di ognuno...Come l'immagine di quella bambina che cade piange e poi si rialza grazie alla mano tesa di una persona che le vuole bene ..un pò come nella vita...

viviamo nei ricordi e nelle emozioni di altri le nostre...


Cosa vuol dire essere felici? emozionarsi? decidere, scegliere? la mia decisione sarà quella giusta? quello che sto facendo è davvero quello che voglio fare o mi sto accontentando che tutto quello che sto costruendo sia quello di cui ho veramente bisogno?..... Quante domande ogni giorno ci facciamo, pensando ad ogni cosa e vivendola come se non avessimo altra scelta se non quella di vivere nel riflesso di un emozione che stiamo ancora cercando....la perfezione dell'attimo atteso che non arriva, gustarci e perderci in una bufera di neve,arrabbiandoci perchè abbiamo perso la strada che ci conduce al nostro obiettivo..... Scegliere di non sapere nulla, di non fare nulla, di non pensare...ma se non pensassimo non ci emozioneremmo e non vivremmo da "umani" ma da macchine quella razionalità che ci distingue.... pensare, ragionare...irragionevolmente sbagliando..


Quante parole che si accavallano e si accumulano come la neve quando cade... e si ispessisce, aumenta straborda e poi man mano si scioglie e sparisce...lasciando un sottilissimo strato lucido nelle strade.....le cose che non diciamo, che ci teniamo dentro perchè sono fonte di malintesi, dei silenzi che imbarazzano e che ci permettono di ascoltare il respiro di chi ci sta a fianco...quasi oscultando i suoi pensieri...chissà a cosa penserà...chissà cosa vorrà...ed è tutto un salto nel vuoto, nella voglia di correre e urlare quella gioia provata per un ricordo che ritorna, la voglia di abbracciare chi ci vuole bene,di ascoltare,di parlare di cadere e di rialzarsi....tutto "puzza"o "profuma" di vita che si vive e cambia vivendo grazie a ciò che noi ci creiamo e che vogliamo che si realizza..tutto come un puzzle che provi,decidi,sbagli...




La Neve continua a cadere sola mentre scrivo queste parole che in gola mi stavano soffocando... cade silenziosa sopra parole scritte di getto, senza senso, copre le risate e le urla...e le emozioni di chi assapora attimi vissuti; deciderà Lei dove vorrà posarsi se su una pianta o una casa o un portico o semplicemente su un palmo di una mano tiepida solletticandola e sciogliendosi in una carezza





siamo noi che decidiamo dove adagiarsi e in un quale abbraccio caldo addormentarci facendo scivolare via le nostre paure...

La Vale