mercoledì 30 dicembre 2009

ANDROJINN: Di un'amore velenoso


Cè voluto veramente poco perchè si scogliesse il trucco.

Sono stato squartato in petto!!! mi è stato chiesto di giocarmi le carte e mi sono aperto... ho amato come la prima volta e con infinita gioia ho accettato le consequenze.
sapevo che avrei sofferto ma credevo almeno di soffrire e consumare energie per qualcosa di importante. Credo di essere stato cieco come poche altre volte



Che male terribile, ho amato e sono incazzato con me stesso perchè ho amato colei che non è cambiata...




"C'era una volta una lucertola a Genova, una lucertola bellissima dai mille colori. Faceva le uova di gomma soffice e cantava canzoni spagnole. Mi ero appassionato a lei, era stupenda, una meraviglia della natura.
Però era velenosa, lo sapevo e non la toccavo. Ogni giorno passavo e la vedevo sul muretto difronte al mare e io sorridevo al sole per questo regalo; ogni giorno prendevo una delle sue uova e la mettevo in tasca, uno stimolo tattile di imparagonabile libidine; ogni notte la sentivo cantare e sorridevo alla luna per questo regalo.

Un giorno la lucertola sparì. Era migrata verso un deserto dove avrebbe messo alla prova la sua capacità di sopravvivenza, è un passaggio naturale per quelle lucertole.Alla fine sarebbe tornata più forte e più splendente di prima e sopratutto avrebbe perso il veleno perchè passata la prova non avrebbe più dovuto temere nulla.
Qualche anno dopo tornò e io ero contentissimo di poter di nuovo goderlmela in tutte le sue affascinati capacità e , cosa più importante, ora l'avrei potuta anche toccare e sentire la sublime e leggendaria morbidezza della sua pelle che si dice porti felicità solo nello sfiorarla.

o si, mi aspettava al sole sul muretto per farsi toccare.

Però quando sparì non era migrata, si era nascosta . Nessuno sapeva che era profondamente pigra e all'idea di un viaggio e della fatica per cambiare a preferito di gran lunga nascondersi tra le pietre ed aspettare. Poi lei adorava essere velenosa , sapeva di essere attraente e pericolosa; giocare con la seduzione la inebriava e sapeva che finchè era intoccabile sarebbe stata desideratissima.

Si, mi aspettava per farsi guardare e desiderare, non toccare.

Quel che successe è praticamente ovvio, mi avvelenai e morii in un'ultima giornata d'estate ingannato dalla bellezza, tradito dalla debolezza. Non ci sono rimpianti nella mia memoria, solo un piccolo eccesso di ingenuità e il rammarico di aver aspettato così tanto per niente. Di certo ricordo ancora oggi come ieri la sensazione paradisiaca di quando toccai quella pelle arcobalenica che fu il mio sole e la mia notte."



ANDROJINN

Coccia - Il senso della possibilità

Ciò che (in) me aveva sempre bruciato era ed è il senso della possibilità. Il fatto che ogni cosa, ogni cosa sia, possa essere satura di significati, di vita. Un corso di disegno, cosa di cui sono assolutamente incapace, che si svolge al martedì sera nell’ultimo piano della sede dell’università, in un angolo che immagini buio e decadente; un posto in Texas dove pagando venti dollari puoi mangiare una bistecca da due chili seduto in un tavolo dove sei sotto lo sguardo di tutti (e se la finisci è gratis); le luci accese in una casetta tedesca, che portano un giallo domestico dove si svolge, anche lì, già lì, la vita.
Un tutto ribollire di vita, vita dappertutto, vita che si dà in infinite possibilità.
Tutto questo può sembrare estremamente naif, postulare una bellezza, una pienezza, una gioia, laddove probabilmente il corso di disegno sarà tenuto da un insegnante svogliato e frustrato, il locale texano sarà una immagine della società esibizionista e stupida in cui ci è dato di vivere, e le persone che vivono in quella casa saranno annoiate se non infelici, cercheranno ogni giorno di ammazzare la vita poco per volta, senza rendersene conto.
Il possibile è una promessa di felicità forse, una promessa di pienezza, una pienezza che sola sa esserci tra noi e il mondo, e per la quale abbiamo bisogno del mondo. Una pienezza che solo essendo in situazione possiamo ricevere, come un dono. E allora ogni situazione diviene preziosa, ogni situazione diventa un appuntamento ed un appello. Ogni treno può essere il nostro treno: ogni giorno cinquanta treni passano per la città di Tubinga collegandola con non so quante stazioni che si collegano con non so quante stazioni ancora. Dove vorresti andare?
Senza temere di sembrare ingenuo utilizzando questa parola tanto roboante e tremenda, il senso della possibilità è davvero il senso dell’infinito, di una creazione sempre aperta, di un mondo sempre nuovo, di un giorno sempre nuovo che è il primo giorno del resto della tua vita, che è il primo giorno, che non si sa cosa potrà portarti, se tu sarai disposto ad accoglierlo. Ma non senti in tutto questo l’ansia, la responsabilità come nei confronti di una vita appena nata?
Fattori di ogni tipo impediscono di accogliere tutto ciò che la possibilità può offrire: gli orari in cui si incanala la nostra vita, fatta di orari di lavoro e di uffici, orari di biblioteche e di ricevimenti, orari per cenare e orari per incontrarsi con gli amici. Non è un male questo. Senza questo ingranaggio, il senso della possibilità ci arderebbe vivi: il senso della possibilità, che è eco di un tutto che aneliamo a farsi presente, di fatto sarebbe il nulla, il vuoto, uno spazio vuoto per un evento che sceglie lui di darsi. E una vita sotto il solo segno della possibilità, di una ricettività che non ha nulla che la costringa ad assumersi una forma, sarebbe una vita piena di momenti in cui coricato sul letto guardi il soffitto aspettando che qualcosa o qualcuno ti mostri la via. Oppure, ti getteresti nel turbinio del tutto, sempre con la sensazione che ogni ‘cosa’ che altri fanno è possibilità sorgiva che ti precludi: danza scozzese, storia della Germania nel secondo dopoguerra, come fare il cioccolato in casa.

Ma il senso della possibilità porta con sé altri suoi parenti, più o meno prossimi. Da bambino, andavo in un bar del mio paese con la mia mamma, e guardando il barista pensavo: ecco, lui è il Barista. È grassottello e simpatico, il suo grembiule blu gli sta proprio bene, è il Barista. Potrò essere barista io? No. Non perché non fossi grassottello e simpatico, non perché non avessi un grembiule blu, non bisognava per forza essere così. Ma c’era qualcosa in lui che lo rendeva Barista. C’erano altri bar in cui andavo, e tutti erano baristi, anzi Baristi. Qualcosa li rendeva tali. Mai più avrei pensato che anni dopo, portando un semplice curriculum, riempendo alcuni moduli, sostenendo una breve conversazione, sarei diventato anch’io barista. O meglio, barista con la b minuscola per me, era così semplice, la realtà non era mica una idea. La realtà era la realtà, fatta di moduli, colloqui e strette di mano più o meno sincere. Ma son sicuro che se sdoppiandomi il bambino di allora avesse visto il barista (con la b minuscola) di adesso, avrebbe visto un Barista. Avrebbe visto un’idea.
E adesso? Tutto continua a dover essere un’idea, ed è bellissimo, ma anche tremendo. La candela che devo comprare è abbastanza Candela? L’auto che devo comprare. Immagino un ragazzo, anzi è già un Ragazzo, sfogliare una rivista (una Rivista) e considerare vari elementi: quanta benzina consuma, il design, il prezzo e via dicendo. Quindi, decide. Io guardo la stessa rivista, e penso che da qualche parte ci deve essere un’Auto. È tremendo. Così come non esiste “L’Erasmus”, “La Vita”, “L’Amore”, ma esiste tutto ciò che un periodo di studio all’estero comporta, nelle sue singole parti che vanno dal festeggiare ogni maledetta sera (oppure no) a stirarti le mutande per la prima volta (oppure no); esiste tutta una serie di cose che succedono mentre sei impegnato a fare altro (come diceva John Lennon), ed esiste (o così dicono, vale la pena sperare comunque – o no) qualcosa che dovrebbe stare tra due persone che tra loro stanno. Già, la realtà. E sono sicuro che molti di voi vivono nella realtà, più o meno con tranquillità e piacere.
Ma come la mettiamo col senso della possibilità? Chi nasce con l’ipertrofia del senso della possibilità, difficilmente potrà avere il senso della realtà. Qualcosa del genere diceva anche Robert Musil: si diventa ‘uomini senza qualità’, ovvero, che le hanno ‘potenzialmente’ tutte. Chi nasce col senso della possibilità saprà benissimo che si va alle feste, si stirano mutande, si fanno tante cose. Ma solo quando dimenticherà di essere a una Festa, di Stirare le Mutande, e di fare delle Cose (sebbene ne faccia già moltissime) starà davvero vivendo, sarà davvero cioè nella realtà. Solo quando non sai di essere a una Festa, sei ad una festa. Pensate a capodanno. Quanti di voi si annoiano perché lo fan diventare Capodanno?
Ma non è tutto. Il senso della possibilità, che dovrebbe essere linfa vitale capace di rendere gli occhi sempre gonfi di stupore ed al riparo dalla consunzione della noia, diventa un punto di fuga all’infinito, un infinito che non si compie mai, o, come qualcuno diceva, “un imperfetto che non si compie mai”. La realtà c’è, quando non c’è il respiro, il sospiro, il fremito (sempre –troppo- affannoso – l’affanno di ogni rincorsa, di ogni vigilia) della possibilità, per non dire della idealità.
Aprirsi a quella situazione unica, irripetibile, inedita e che non sarà mai più. Gustarla, attraversarla, goderla, senza pensare a tutte le altre da cui ci separiamo, e che contemporaneamente sono più o meno in atto.
Mentre io sono nella mia cucina a Tubinga alle ore 20.40 di una domenica sera di metà novembre (a scrivere della possibilità!), altre luci sono accese nelle cucine, e la gente mangia; per strada, passano un cane e un suo padrone, e presto lui raccoglierà qualcosa; le luci nelle camere si accendono una dopo l’altra: tentativi disperati di studio attendono un esame già alle porte, oppure contatti telematici con amici vicini e lontani, con commozione o con noia; oppure ancora –e rubo questa immagine ad un film che amo come nessun’altro- svariate coppie stanno avendo un orgasmo.

Coccia (15 novembre 2009)

La Vale:"click" spegni la TV accendi il tuo cervello!



Perchè la gente va a "svendersi" in questo modo in Tv??


Per essere circondata, amata, criticata, odiata, fare scandalo e odience, pubblico, sorrisi, critiche...molte critiche, più critiche, più notorietà ed essere al centro dell'attenzione??



e cosa c'è di meglio di questo trampolino di lancio?...magari un bel reality show che fa così tendenza..

Ed ecco a voi la mamma Tv che come un grande occhio ci osserva ci filma, filma le nostre vite, i nostri problemi e come carne al macello la rivende per cibare altra voglia di infinita Curiosità!
e voilà signori e signore... ecco fatto infornato e pronto
"ammirate la loro immagine, la loro voce così suadente, il loro ballo così sinuoso"
molti sono affamati nel guardare nel mostrarsi e nel farsi vedere; altri invece sono seduti comodamente sul loro divano e sperano di entrarci anche loro dentro a questo vortice televisivo, rimanendo ore e ore incollati allo schermo, assorbendo il fluire dei colori accesi e della loro energia radioattiva, la loro è una speranza ingenua di diventare "qualcuno", "qualcosa" un domani, chi lo sa..
..........
Sicuri?



sicuri sia proprio così?



io vedo solo Noia in tutto questo... una grande Noia tamponata dall'egoistica finzione che quel "mondo" sia perfetto...per cui direi di riavvolgere tutto facendo un bel sospiro, di spegnere la TV, e accendere per un secondo il cervello pensando:
è questa la TV che realmente vogliamo??
E' questo quello che vogliamo vedere, la Noia?
Viviamo in modo passivo e non attivo, anzi appassiti da troppe merendine (grazie a troppe pubblicità che ingannano la nostra gola) ingialliti (grazie a dentifrici che dicono di smacchiare i denti e li fanno diventare ancora più gialli) e appesantiti (nello stare sul divano con telecomando integrato nella mano). Ci stiamo ridicolizzando e accontentando di questo impacchettamento-marketing-pubblicitario-mediatico che ci stanno vendendo alle nostre anime, in modo gratuito come zucchero filato da mille colori... e tutto questo zucchero che stiamo inghiottendo sta entrando nel cervello canticchiando e facendoci vedere tutto come apparente "normalità"! come una cosa che avviene in modo fisiologico!! il volere esserci dentro alla tv, ad avere notorietà cosa c'è di male?? magari stasera apro il pacco vincente e trovo tante belle monetine D'Oro!!! quindi: soldi-consumismo-notorietà-famosi-merendine-buone-grasse si? e io fuori dal coro arcobalenico solleticando le vostre coscienze da grillo parlante dico:"Buttiamolaaaaaaaa", facendo un urlo fantozziano, la tv nuova di zecca rigorosamente al plasma giù dalla finestra!!!!


boooooom!!!



Questo "eroicissimo" gesto, molti direbbero masochista, è per dare uno scrollone al sonno soporifero che sta invadendo le nostre viscere da troppo tempo e per dimostrare che "un altra di tv" un altro modo di "vedere", di "pensare" di "costruire" non è utopia, per cui disturbiamo le frequenze onde-radio-televisive, silenziosi entriamo dentro a questo "sistema" fantoccio e rosichiamolo lentamente fino a infettarlo in profondità di nuove idee facendo marcire i canoni di adesso! Nessuno può imporre nulla! diamo a tutti la possibilità di esprimere l'Idea da qui! tutto questo può sembrare un pò fantasioso... però alla fine Sognare è ancora una NOSTRA Libertà un nostro Diritto !!! E allora Sogniamo di realizzare ciò che vogliamo che magari ci riusciamo davvero !!

La Vale

domenica 27 dicembre 2009

Androjinn: The plague of civilisation process ( chaste politics )

"La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale. "









Ceeeerto!!!
Androjinn

venerdì 25 dicembre 2009

La Vale: Morti nell’indifferenza del silenzio



un breve racconto di chi ha avuto il coraggio di provarci…

Mi sono svegliato di soprassalto questa mattina, con una sola idea,
una sola,
fare un salto dal cerchio che mi hanno disegnato intorno...
Ho deciso così, senza pensarci troppo, prendendo il giusto fiato e contando fino a tre, dando un bacio alle mie certezze da una vita, di lasciare la mia casa, la mia famiglia, il mio lavoro.
Ma non è un addio, non voglio essere egoista o fare soffrire chi ama me!
Voglio solo sapere prima di morire, cosa vuol dire volare senza ali, prendere coraggio,
rischiare di fermare il mio battito che scandisce il tempo imposto dalla società..
Ho capito che non mi rimane molto tempo per giocare a vivere, perchè il mio di tempo, finisce ora!
ora che sono saltato fuori dalle regole imposte!
Vorrei che mi vedesse mia mamma e vorrei urlarle: “guardami l’ho fatto, ho spiccato il volo!”
Sono sicura che sarebbe orgogliosa del mio coraggio! perchè ho lasciato tutto…
Ho scoperto il prezzo della vita
Quanta bellezza mi sono perso dietro alla routine? Quanta vita ho bruciato non vivendo ?
Non ho più paura di restere solo in silenzio, ho voglia di ascoltare il mio respiro che cambia in maniera imprevista nuova.
Voglio annusare profumi nuovi che prima ignoravo e ora riesco a percepirli e a distinguerli dall'odore di asfalto zuppo di alcool che mi riempie i polmoni

.....

sorrido della mia libertà, dei vostri sguardi tutti uguali, delle vostre etichette che mi date bollandomi come: “barbone”,”clochard”, “senza tetto”, “pulce”, “zecca”,” parassita della società”, delle vostre risate e dei vostri calci..
non mi fate male
perchè io ho deciso di vivere al di fuori di tutto
urlando la mia libertà a mani tese verso il cielo e l'infinito
e voi?
voi che tanto giudicate…

siete sicuri che la perfezione dei vostri sorrisi anestetici sia davvero la risposta che cercate?

La Vale

domenica 20 dicembre 2009

Androjinn: Dio è una tela bianca


Schema dell'installazione

L'idea di quest opera s'ispira ad una traduzione di una frase della bibbia di Erri de Luca, il quale dice che Dio quando rivelò il suo nome ad Abramo non disse "sono ciò che sono" ( risposta molto arrogante degna di un Dio presuntuoso e monarca ) ma disse "Sarò ciò che sarò" che a mio giudizio apre una serie di diverse connotazioni legate alla speranza, alla naturalezza della vita, alla propria possibilità di scelta e responsabilità. Nettamente preferibile all'altra traduzione.

Così ho voluto elogiare questa frase con un'installazione che rappresentasse il domani, il "sarò", come un vuoto accogliente che aspetta la tua scelta. Nello schema dell'installazione sono rappresentati due rettangoli che sarebbero due tele bianche, uno schermo proiettante un'immagine bianca ed una voce narrante il monologo sottoscritto.





GUARDAMI!!


Sono lo spazio vuoto che più di una volta hai immaginato in fermentazione; sono il tuo pensiero vergine che ti tiene desto nel sogno.

Per te ho luce da vedere

Per te ho spazio da respirare

Per te ho energia da modellare

Per me per te nulla è scritto



Io sarò il parto di un pensiero ideale spinto verso il domani, il ciò che non è ancora; io sono il disequilibrio che ti pone sbilanciato in avanti, in movimento.
Sarò la stessa libertà di essere senza una delimitata visione.

Attraverso di me tu vivi l’evolvere del domani, la sua creazione; come essere al di sopra delle cose in un moto continuo tra il tempo senza tempo.

Sono il vuoto che esige forma, un vuoto per il vuoto sempre vuoto per il giorno dopo; un vuoto che ha forma solo nel momento sotto le tue mani, sotto la tua idea.




Androjinn

Il barbiere: under costruction



Il barbiere è un progetto di blog a gestione allargata distante. Cioè ogni utente a cui verrà fornito e-mail e password potrà gestire e inserire post, immagini e quant'altro liberamente attenendosi alle norme generali della convivenza civile.
Il barbiere non ha una forma o uno stile, essi si svilupperanno casualmente nel corso della sua evoluzione.
Perchè il barbiere? Perchè si lega ad un ricordo di bambino quando andavo dal barbiere e mentre aspettavo leggevo (sfogliare è più giusto) le riviste sul tavolino della saletta d'aspetto... TERRIBILI!!! è tipico che su quei tavolini si trovi la creme de la creme delle riviste scandalistiche, di gossip, le più grottesche riviste come "cronaca vera" fino ad arrivare ai fumettini pornografici. Questo credo sia un ricordo condiviso e un fatto odierno quindi era bello mettere come stendardo di questo sviluppo libero e creativo un'immagine che sicuramente sarà in antitesi con il suo evolvere.

Per il resto si vedrà.



Coi migliori auguri di natalità,



Androjinn