lunedì 13 settembre 2010

la Vale: "Le luci dell'inquinamento.."








Le luci delle fabbriche accese 24 ore su 24... squarciano il cielo nella notte.....e lo riempiono di un veleno che continuiamo ad ingoiare senza esserne a volte troppo consapevoli...

La fabbrica che sputa cromo ...

che intasa aria e polmoni... lacerando il nostro corpo...

che da lavoro e fa ammalare i suoi dipendenti...

sicurezza?

poca...

controlli?

ancora meno...

e il territorio?

e la terra?

l'aria?

tutto ha poco senso....

il profitto è più importante della vita e dignità dell'uomo che si sporca di sangue per portare a casa un pò di soldi per soppravvivere....

il lavoro nobilita l'uomo.....ma lo uccide anche...

A volte vorrei che quella fabbrica sparisse...che al suo posto ne fosse costruita un'altra...diversa...eco-sostenibile...che produce energia pulita!

eh già energia pulita...

troppi interessi impediscono la sua realizzazione....

petrolio, gas, inquinanti che generano profitto al migliore offerente (padrone.imprenditore)---

spero che un giorno o l'altro si capisca del veleno che lentamente ci uccide e ci rende delle larve...!

Che non ha senso tornare indietro di 30 anni come vogliono tornare...con il nucleare....con fabbriche che lacerano di malattie mortali..che inquinano e bruciano ogni cosa che hanno intorno...!

Basta...occorre lottare per riqualificare e ripulire il territorio di questa porcheria che uccide...!
Adesso
è tempo di agire ora e subito!
LA VALE






domenica 12 settembre 2010

The Mallard • L’universo come un’idea, un pensiero.


«In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio.
Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui,
e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste.
In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini» – Giovanni 1,1-18

«Un'idea è un essere incorporeo che non ha alcuna esistenza in sé, ma dà figura e forma alla materia amorfa diventando causa della manifestazione» – Plutarco

«In principio, al tempo in cui ancora nulla era manifesto ed il nostro Universo non era che uno spazio vuoto infinito contenente la presenza dell’unica sostanza cosmica originaria eter(n)okrilno; in questo spazio vuoto esisteva soltanto il Nostro Grandissimo e Santissimo Sole Assoluto, unica concentrazione cosmica che costituiva, per il Nostro Creatore Uni-Esserico coi suoi Cherubini e Serafini, la residenza degna del Suo Glorioso Essere.
Ma proprio allora al nostro Creatore e Sostenitore s’era presentata l’imperiosa necessità di creare il nostro “Megalocosmo”, vale a dire il “mondo” che oggi esiste […]
E così, caro figliolo, il Nostro Padre Celeste Creatore Onnipotente, dopo aver modificato il funzionamento delle due sacre leggi originarie, ha diretto la loro azione dall’interno del Sole Assoluto verso lo spazio universale, creando in tal modo l’ “Emanazione del Santissimo Sole Assoluto”, che oggi viene chiamata “Theomertmalogos”, o “Dio il Verbo”.» – G.I. Gurdjieff

The Mallard

martedì 7 settembre 2010

Cantare dell'amore - Rossana

play -> http://www.youtube.com/watch?v=kxth0F6zU_w

Manchi come acqua per una cosa arida
o asfalto, per un uomo odierno.

Mi manchi come il suolo per un uomo che si è buttato da un palazzo di sedici piani
aspettando di arrivare.

Mi manchi come un suono
per chi come te

non sà ascoltare e distinguere un urlo
da canto o bestemmia.
Mi manchi come la placenta dei ricordi
che ricorda chi sei in ogni istante inconscio.
Mi manchi di più,
se non ci sei, perchè quando ci sei
ti sento troppo. Immagino troppo.
La tua aura mi riempe e non vedo più niente,
sono miele dentro
che scivola tra pancia e gola
e lascia un tatto ovattato sulla bocca che rimane socchiusa
senza pretesa di parlare o tacere
il respiro diventa silenzioso
e l'amore finalmente sà dell'amore che ho dentro.
E da bambina ti bacio le labbra come una madre.

Così,
se davanti ho solo la mia ombra,
ti immagino meglio, più realisticamente
sei tu,
lo schifo che sei,
e l'oro che porti dentro giocando a nascondino da solo.

Volto spesso con te
le spalle al sole o lampione che sia,
Ma tu non parli, non sei i miei occhi, non sei niente di me
eppure detieni il mio sentire.
E tu che mi fai schifo non domandare più che giorno sia
perchè il tempo non sà che ora è.
Ma tu non domandi.
Non siamo noi forse stessa pasta di lui?
Noi non ci contiamo
e se lo facciamo è sempre troppo tardi e la fretta
diventa il tempo stesso,
come se rimanessimo indietro, anche qui.
Non sappiamo stare.
Se tralasciamo il vissuto che
prima o dopo ci lascia,
rimaniamo istanti in cui vagare
spenti come lampioni che non mostrano le città di cui ci vergognamo
in aplomb
se non stringiamo a sangue la speranza.

E' dunque la speranza l'ingranaggio fondamentale senza cui nulla è fecondo?
E' quindi legittimo soffrire e atipico gioire
in un luogo dove necessaria è la speranza?

Ma proprio per ogni cosa?
Posso smettere ti prego?
Posso smettere di sperare in lui?
ti prego
Secco uomo che mi ha strappato la gola che cantava del mio amore,
e la bocca per sorridere veramente,
ora sono niente, dolore che cammina,
in eterna attesa
che ogni uomo condivide

che qualcuno guardandomi negl'occhi mi dia l'assurda
assurda gioia di piangere con me,

abbracciati in un dolce attimo fuori da ogni cosa,
anche da questo,
finalmente.
Fuori dal tempo e da me. Da tutti noi.

Donny: "dove vado ora?"

Dove sei?
Un aiutino? sono stanco, affaticato...

Poco ho capito, compreso, meno ancora ho sperimentato...

Immensa la quantità delle cose da conoscere..

Tre corpi da abitare, molte collocazioni dell' Es di cui prendere coscenza...

Dal Teorico concettuale alla sperimentazione diretta...

Mille cose in più da vedere con questi occhi, migliaia da vedere con gli altri...

Un corpo, un Avatar... Un essere che si manifesta in una realtà;
e quindi perchè è avvenuto? lo scopo?

La crescita e gli errori...

Errori ripetitivi, Basta!

Ieri il bambino, domani il vecchio, oggi la verità...

Armonia, la pace...

Il male, assenza di bene, assenza di conoscenza, assenza di libertà...

Una corsa sfrenata verso la liberazione; l'interpretazione e la percezione del male in forme diverse;
a volte giuste, a volte non giuste, mai sbagliate...

La scala, non si sale con la rincorsa, non da seduti, ogni gradino deve trovarsi stabile, ogni gradino deve essere abitabile; chi è

la scala? io...

Il corpo prima scoppia poi si rompe, poi si ricompatta più solido ma ancora non regge il carico...

L'errore, parlare troppo; non parlarne...

L'errore, esagerare; troppo oltre i limiti, il corpo non è pronto...

Ripartire, si riparte dallo 0, mai dal 2...

La confusione, troppe voci all'unisono; silenzio...

Chi sei? non lo so perchè non sò chi sono, ma per capirlo la prima domanda: cosa sono?

Un essere umano, ciò che viene visto, udito, nominato...

Il vero non si vede, è velato; non si udisce, è silenzioso; non si nomina, è ignoto...

Il Tutto, armonia, equilibrio...

Il caos, mancanza di armonia...

Il mondo, Caotico...

La luce, il tutto...

Dove non c'è la luce è buio; il buio è il male...

Ecco cos'è il mondo d'oggi...

Rasserena vedere che qualcuno che un tempo era travolto dal buio del vuoto, ora spomtanemente cerca luce e rinuncia ai facili

espedienti...

Io sarò capace di tanto?

Una cosa è certà: ci credo, ci provo, faccio tutto ciò che occorre, rinuncio a tutto ciò a cui occorre rinunciare...

Lo scopo: essere avvolto da quella luminosa calda coperta, miscelarmi al tutto, fondermi nella luce; Nirvana...

Temperanza; se troppo tesa la corda si spezza, se troppo lenta non suonerà...

lunedì 6 settembre 2010

Step.h - Io?

Mi presento: sono il caos.

Sono il caos di ieri, e quello di domani.

Quello dell'istante appena trascorso, quello del dubbio,

quello delle abitudini, quello delle novità.

Un secondo fa avevo un numero inquantificabile di scelte, banali, o meno.

Tra queste c'era scrivere ora, o più tardi, o mai.

Farlo in fretta, lasciando che le parole scorrano lungo in filo forse logico dei miei pensieri,

o farlo lentamente, pesandole una per volta.

Sono la scelta di un tempo molto lungo, o forse molto breve,

sono l'unica strada che mi ha condotto ad esistere.

Esisto ora, ieri forse, domani no.

L'infinità delle possibilità che avevo ieri, un minuto fa o in un qualunque istante del passato

è grande solamente quanto le possibilità future.

Non quelle presenti, perchè il presente non lo colgo.

Dove sono non lo so. Non sarà il filo che mi ha condotto qua a dirmelo,

ne tantomeno raggiungerò mai un luogo.

Non so dove sono. Non so chi sono. So solo che forse sono e tanto mi basta.