sabato 6 febbraio 2010

La Vale: "... chi non è "matto" scagli la prima pietra"...








« La follia è una condizione umana. In noi la follia esiste ed è presente come lo è la ragione. Il problema è che la società, per dirsi civile, dovrebbe accettare tanto la ragione quanto la follia, invece incarica una scienza, la psichiatria, di tradurre la follia in malattia allo scopo di eliminarla. Il manicomio ha qui la sua ragion d'essere »
(Franco Basaglia)









la follia delle persone Non deve essere rinchiusa e indicata come malattia..... bisogna ascoltare il seme della follia e non estirparlo e farlo marcire...semmai trovare la giusta cura ad ogni pensiero!







Chi è normale ?







chi è a-normale?







La società è malata e c'è chi ha una visione sua distorta della realtà... se lo respingi lui non potrà mai guarire.... un orecchio per ascoltare fa meglio di qualsiasi medicina che plachi l'angoscia che si prova a non essere compresi da nessuno...a non poter ragionare come gli altri, a essere considerato il deviato "il malato" il "pazzo"...







...credo che una parte di questo mondo...in passato (e non solo) etichettasse come "pazzo" anche persone che non lo erano realmente ma che poi rinchiusi in quei "Lagher" ci diventavano!..è davvero raccapricciante rinchiudere la follia e marchiarla così...... ghetizzare tutte le persone, etichettarle e rinchiudere anime costrette ad avere ali bloccate...e bocche cucite con aghi di ferro, mani legate e occhi bendati e orecchie piene di cotone...







...chi magari un "pazzo" ci diventa proprio perchè solo.....e la solitudine a lungo andare nuoce gravemente alla nostra mente...nuoce al nostro spirito e fa male...peggio di un pugnale inferto alle spalle.. è meglio ascoltare una persona qualsiasi cosa abbia da dirci...il suo messaggio potrebbe esserci utile e aricchire ancora di più la nostra conoscenza come una tela piena di colori che si mescolano assieme per creare nuove sfumature...







ogni storia, ogni vita, ha un suo colore un suo profumo..e solo un insensibile può non essere capace di ascoltare e annusare l'aria!









"Vorrei aprire questi occhi e dire "ah è solo un incubo... tutto questo era un brutto sogno"

sì svegliarmi nel letto di camera mia con il sole che brucia gli occhi..anche se vorrei solo piangere scacciando inutili paure...

devi asciugarti le laccrime perchè la fuori... in quelle strade c'è una vita che aspetta.... aspetta solo di essere vissuta fino all'ultimo secondo, sbagliando, ridendo, piangendo, soffrendo.. e anche se adesso è difficile .... anche solo provare a respirare di nuovo...."


La Vale

8 commenti:

  1. Certo, nella categoria dei pazzi vengono messi quelli con problemi mentali seri e quelli "anormali", diversi a livello comportamentale e razionale... I primi ti serve una laurea per curarli, i secondi servono proprio orecchie e tempo come dici tu.
    Bisogna però stare attenti di non credere che basti ascoltare ed aspettare per vedere dei risultati, Ci vuole una grossa sensibilità e capacità di comprensione, cosa che molte volte non abbiamo neanche per noi stessi.
    Esorto chiunque non sappia pensare a se stesso di pensare agli altri, è solo fare confusione.
    ANDROJINN

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  2. ti sei già dato la risposta da solo:

    "Ci vuole una grossa sensibilità e capacità di comprensione"...

    La Vale

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  3. cmq la mia oltre all'interpretazione della follia...intesa come malattia...
    voleva approfondire la conoscenza e l'idea in parole "semplici" che molte volte basterebbe un orecchio in più e una sensibilità maggiore per dare una piccola mano a molte persone...
    un piccolo contributo che molti vorrebbero ricevere...

    LA VALE

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  4. Ho studiato un pochino di psicologia, ma soprattutto ho avuto a che fare con persone con malattie mentali molto gravi da molto vicino. E penso che la frase che hai scritto di Basaglia sia esplicativa. Sia per descrivere il problema della malattia, sia per le persone che semplicemente escono dagli schemi e sono "anormali". Lo stesso discorso si applica al diversamente abile. Questa nuova denominazione al posto di handicappato esiste per lo stesso motivo: l'handicap esiste solo in questa società, perché se vivessimo in un mondo senza scalini le persone sulla sedia a rotelle non avrebbero handicap. Quindi in un certo senso siamo tutti diversamente "qualcosa". Ci sono casi più gravi e casi meno gravi. L'artista per esempio è una persona che vede il mondo in modo diverso ma riesce in qualche modo ad integrarsi in esso. La Vale è chiaro che in questa società non ci sta bene, magari qualche volta si sentirà esclusa o etichettata ma non è pericolosa per sé stessa o per gli altri (definizione di malattia mentale). Quindi è assolutamente vero sia che siamo tutti pazzi, sia che si tratta di una pazzia RELATIVA. E' la società in cui viviamo a stabilire tutti i parametri della nostra vita, anche della malattia. Se poi vogliamo estendere il discorso alle teorie del complotto del nuovo ordine mondiale, allora non è neanche la società causa di questo ma sono le banche e le loro case farmaceutiche.

    Mati

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  5. Sì Mati hai ragione..
    immagino che alla fine lavorare con persone che hanno problemi a livello "psichico" non sia facile, a me era capitato nel periodo di volontariato all'ospedaletto di trovare bimbi che avevano problemi...ma alla fine in mezzo agli altri bimbi a loro modo giocavano,ridevano,come tutti i bimbi...
    certo con dei loro limiti ma cmq se le integri con gli altri sono "Normali"
    pOI è un discorso complicato e lungo...a livello psico-sociologico...

    alla fine moltissimi target le impone la società questo è vero...
    è vero anche che basterebbe un pò più di sensibilità,pazienza e amore per se stessi e gli altri chiunque essi siano folli o meno folli...

    LA VALE

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  6. Magari tutti avessimo il grande dono di fare sentire integrati anche coloro che, senza volerlo, vengono marchiati quali "diversi" (le famiglie stesse peccano di questo reato). Fosse utopicamente così, probabilmente le patologie mentali, seguite senza pressioni da ogni dove fin dall'infanzia, non rischierebbero di sfociare nella pericolosità al momento di entrare nella società.
    Ce ne sono di tanti tipi, è vero, ma diventano pericolosi nel momento in cui sopraggiunge la paura, che è anche la riprova di quanto essi capiscano una situazione in modo nitido, come per esempio il sentirsi denigrati o isolati, di quanto sappiano di apparire a noi "diversi", di quanto abbiano paura della nostra paura. Senza la paura, il pericolo non sussiste, resta solo l'apparenza. Il problema è liberarsi anche della nostra paura verso l'apparenza.

    Giocher

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  7. Giocher hai ragione!
    purtroppo sono le nostre paure "Incoscie" che scatenano comportamenti nell'escludere o nell'autoescludere altre persone....
    quante volte una persona considerata "diversa" si sentirà davvero così...
    non accettata e discriminata da che gli punta il dito e lo deride...da chi in modo spregiovole...magari picchia e riempi di botte quella persona...
    la nostra società non fa che alimentare chi è diverso invece di sedare le paure "inutili" di molte persone...
    spero che prima o poi la gente riuscirà a smettere di fissarsi sull'apparenza riuscendo a vedere ciò che di profondo in ognuno c'è!

    LA VALE

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  8. Giocher e Vale,
    sul discorso della paura come principio di molte azioni / reazioni avete praticamente colto nel segno...

    The Mallard

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