lunedì 3 maggio 2010

DONNY: "Uomo Violento"

La violenza, il "male" contro cui tutti si uniscono,
esistono vari tipi di violenza, la differenza in gravità tra i vari tipi non è poi così rilevante
dato che è chi la subisce che ne stabilisce il peso.
La violenza più comune: guerra, omicidio, stragi, stupri, tutte violenze "reali" e "materiali" che distruggono,
eliminano, fermano il naturale corso di una vita, impongono il volere di qualcuno sulla libertà altrui;
Poi c'è la violenza più "astratta", una persona che con persuasione ne induce un altra a pensarla come lui o a comportarsi in
un dato modo, anche questa è violenza...
L'invadenza di un vicino di casa non è forse una forma di violenza?
Un estraneo che arriva arrogante spiegandoci come vivere, contestando piu o meno direttamente il nostro modo di esistere, anche questa è una forma di violenza..
La pubblicità è violenta, viene attratta la nostra attenzione e poi ci viene sbattuta in faccia un immagine che nella maggior parte dei casi fa leva su i nostri
istinti, sulle nostre paure, sui nostri desideri.. non ci viene spiegata la vera utilità del prodotto ma ci viene imposta la sua esistenza e alla fine lo si compra.
Il lavoro oramai è violenza allo stato più primordiale: l'operaio non vende forse il proprio corpo proprio come una prostituta ? (qui mi riferisco alla prostituzione

imposta da un protettore, o da una condizione sociale).
Io in questo stesso istante devo prestare attenzione per non trasformare il mio intento di far riflettere in un intento di far pensare chi legge come me, il mio
scrivere diverrebbe una forma di violenza..
Imporsi ogni mattina la sveglia è una forma di violenza, verso se stessi certo ma violenza.
Il mio istinto dice: "spaccagli la faccia" ma non lo faccio, sarebbe violenza verso di lui, ma così è imposizione a me stesso, violenza verso di me..
questa forma è meno grave ?
Un pazzo omicida se si imponesse di non uccidere soffrirebbe assai di più la violenza verso di se piuttosto che quella verso gli altri, direte che centra è pazzo,
tuttavia questa è la sua percezione e in un ragionamento "oggettivo" và presa in considerazione..
Non avete mai cercato di proporre qualcosa di Oggettivamente giusto o utile o importante, che richiedesse sacrificio ma promettendo frutti, per
poi fare i conti con l'ottusità di elementi che a priori dicono di no, senza riflettere e che per quanto ci impegnamo questi continuano a rifiutarsi, considerando
il loro consenso come fondamentale per questioni burocratiche o che.. e poi inoltre magari ci deridono.
Presupponendo che il nostro progetto avesse portato reali benefici alla collettività ne veniamo impediti dalla stupidità o avidità di un singolo;
a questo punto mi chiedo quanto possa invece essere legittimo imporre alcune cose nonostante questa imposizione divenga violenza..
In caso contrario si giunge alla conclusione: "mi faccio gli affari miei, fanculo gli altri, me ne frego finche non interferiscono con me" ma questo è giusto?
se ognuno pensa a se, come quasi ovunque oramai accade, il mondo che fine fa ?
E' dato oggettivo che ci sono persone più intelligenti e persone meno intelligenti, indipendentemente dal livello culturale, supponondo che
questi intelligenti siano privi di avidità per questioni morali o per un senso di giustizia e che siano capaci di non mettere il loro
interesse prima di quello altrui e che quindi siano capaci di usare le loro facoltà per l'umanita (un po utopico vero ma utile al ragionamento) non
sarebbe forse giusto che queste persone oggettivamente capaci di trovare la più giusta organizzazione del collettivo imponessero agli ottusi, agli egoisti,
agli avari, la loro "soluzione" ?
E' risaputo che in democrazia ogni individuo può (teoricamente) dire la sua, ma nel collettivo si troverà sempre un individuo che vuole prevalere
o che più subdolamente cerca di fare il proprio interesse anche quando questo non è più largamente corretto, quanto è giusto che questo individuo abbia
diritto di parola, quanto è giusto che il suo pensiero sia rilevante per una decisione finale ?
Tuttavia impedirgli di partecipare sarebbe una forma di violenza, anche se poi lasciandogli spazio invece, per serie di eventi e dinamiche che troviamo
ogni giorno ovunque, questo suo diritto iniziale si trasforma in una piaga per il collettivo..
Per proteggere una persona cara o la propria casa, o la propria vita, fino a che punto sareste disposti ad arrivare? O meglio: fino a che punto la nostra morale, la
nostra etica, e il nostro senso di giusto e di non violenza arrivano? a che punto questi concetti di "pace" vengono meno? quanto siamo realmente
capaci di prestare fede a concetti di Non violenza da noi esposti in periodi sereni ?
Passando poi a livello più primordiale, più istintivo.. Non vorremmo forse che ci fosse giustizia? e quindi cos'è la giustizia? due persone uccidono senza pietà e

ora sono libere; Erica e Omar, lo stesso dipendente delle pompe funebri dopo aver visto il bambino, morto, con 50 coltellate e le interiora che galleggiavano nella

vasca ha cambiato lavoro ed è andato in analisi.. ora quei due studiano, lavorano, vivono.. c'è stata giustizia? Uccidere persone come loro due sarebbe
violenza, direte, chi sono io per decidere? non sono dio, non ho diritto di vita e morte, non posso decidere per la morte altrui.. Tuttavia, quanto è giusto che

vivano liberamente ?..
Questo è un caso estremo ma lo stesso ragionamento lo possiamo fare su qualsiasi forma di violenza.
Allora, esiste una violenza giusta? O è sbagliato a priori?..
Quanto siamo capaci di essere violenti se lo riteniamo giusto o necessario?
Perchè alla fine, nel profondo, siamo tutti violenti, e tutti abbiamo desiderato forme di giustizia che stravolgono ogni morale, almeno per poco lo abbiamo pensato

tutti..
Certo, io come voi sono contro le guerre come manifestazioni di violenza, ma Mussolini appeso a testa in giu a decomporsi in piazza con accanto la sua donna, e i
passanti che sputavano e urinavano sul corpo, qui le vittime hanno manifestato una violenza di gran lunga superiore della stessa guerra, è stato "giusto"? o meglio

possiamo giustificarlo? (fatti realmente accaduti). Non oso dire che Mussolini non si meritasse una pena per quello che aveva fatto, ma non credo che il comportamento

dei "liberati" sia stato molto diverso, qui i passanti sono diventati uguali se non peggiori di quell'uomo appeso. Chi è stato piu violento?
una di queste violenze va bene e l'altra no?.. ma alla stesso modo, voi cosa avreste fatto? sareste stati così "violenti"? io penso di si.. perche quando siamo

arrabbiati, offesi e lo riteniamo giusto, tutti siamo violenti, e poi invece ci rifiutiamo di esserlo quando è necessario, come con chi realmente minaccia la collettività.

Spazio alle riflessioni.

Donny.

27 commenti:

  1. ogni persona,nella sua vita, sviluppa nutre e rende matura ,dentro di se, una serie di vari principi (amore,rispetto,fiducia,odio,giustizia....).
    ovviamente questi principi si sviluppano e si compattano in kostante simbiosi xkè ,pur essendo molto diversi e molto simili tra loro, tra loro passa una sottile linea chiamata etica o piu semplicente sana umanita....ke molte volte riskia di non riuscire a tenere il kontinuo e distruttivo skontro tra ragione e istinto che si combatte ogni istante dentro di noi....
    questo konflitto si allarga per qualsiasi okkasione,situazione....e per ogni scelta che noi facciamo cerchiamo il modo migliore possibile per essere giusti con gli altri come kn noi stessi....cercando sempre il modo migliore per combaciare al meglio noi con il mondo.
    Questo pultroppo e praticamente impossibile nella vita comune perche in ogni istante della nostra vita accettiamo un compromesso,una via di fuga,un modo per sentirci sinceri ma allo stesso tempo giusti e corretti.
    Al contrario questo non avviene quando dimentikiamo tutto cio e cerchiamo il modo migliore e piu semplice per noi per evitare sotterfugi e arrivare al sodo....guerra...
    Kn guerra immaginiamo morte,odio,orrore,paura,
    tutto cio pero nasce da cose molto piu semplici e terribilmente vicine(kompetizione,invidia,paura,prepotenza...)
    Il principio di guerra nasce kn il bisogno di liberta....ogni uomo nasce libero e cerca in tutti i modi di esserlo per tutta la vita,per questo la guerra è inevitabile....in ogni forma la possiamo definire,psikologika km fisika....
    Da qui lo sviluppo di sana ''ultraviolenza'' kome direbbe alex di arancia meccanica,violenza e odio ke persiste e spinge dentro ognuno di noi e ke nn aspetta altro di uscire fuori....tramite un kalcio ad un pallone,una rullata di tamburi,un gancio al sakko,un urlo a squarcia gola....
    questi elenkati sono per kosi dire i metodi 'civili' per liberarsi da questo peso...
    in kontrapposizione mi rispekkio a pieno nell'orrore della guerra in vietnam per spiegare a pieno a ke punto puo arrivare il livello di violenza dell'essere umano....pronto ad uccidere per un suo ideale,giusto o sbagliato ke sia....
    infine ovviamente questa violenza a km regista primario in ogni persona una totale forma di giustizia personale ke la regola e komanda....ma questa è un altra storia...

    IL DELLA

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  2. Ross


    Inizialmente mi hanno colpito queste tre frasi:

    "Il lavoro oramai è violenza allo stato più primordiale: l'operaio non vende forse il proprio corpo proprio come una prostituta ? (qui mi riferisco alla prostituzione imposta da un protettore, o da una condizione sociale)."

    "Imporsi ogni mattina la sveglia è una forma di violenza, verso se stessi certo ma violenza."

    "Il mio istinto dice: "spaccagli la faccia" ma non lo faccio, sarebbe violenza verso di lui, ma così è imposizione a me stesso, violenza verso di me.."

    E ne ho dedotto che il seguito sarebbe stato completo ed interessante e così è stato, concordo,praticamente appieno su moltissime delle questioni esposte.
    L'approccio alle azioni di Mussolini lo trovo atroce quanto il suo operato e qui espongo il mio punto di vista che però si distacca un pò dal riassunto finale sulle nostre reazioni alle azioni. Io non credo che l'essere debba essere punito, mi sembra fuori luogo in quanto nemmeno gli animali arrivano a questi livelli di "insegnamento" ed """rieducazione""" verso chi sbaglia, senza contare che comunque è fantascenza sentir persone che giustificano le proprie azioni o debolezze facendo riferimento all'istinto animale come se noi fossimo al loro livello, se loro avessere capacità riflessiva, razionale e logica potrebbero permettersi di non essere schiavi di istinti primordiali.

    Questo mi ricorda due film da nominare, uno che androjinn mi consigliò: K-pax.. l'ho trovato stimolante e rasserenante sotto ogni aspetto, evidenziava la naturalezza di un comportamento del tutto fuori dal comune ma con una sensatezza e naturalezza infinita.
    Troviamo un uomo rinchiuso in un centro psiciatrico perchè trovato a sostenere di provenire dl pianeta K-pax, che nel corso del film viene considerato molto più evoluto e in grado di autogestirsi con la sola conseguenza del controllo della propria logica e razionalità. Cita abitudini sociali per alcuni di noi inconcepibili ma che con raziocinio possiamo benissimo comprendere e sognare. Ve lo consiglio caldamente..
    L'altro film è sensazionale, e non aggiungo niente: Il pianeta Verde.

    A mio parere il processo evolutivo non ha mai sottolineato periodi in cui "le cose andavano bene" o situazioni sociali che avrebbero condotto ad un'evoluzione degna di essere chiamata tale se non ci fosse stato" quell'evento" o l'altro.. Se osserviamo il passato in ogni sua sfaccettatura, troviamo il mondo in balia costante di convenzioni, abitudini, di quei conformismi a cui l'uomo ha creduto e che ha seguito per secoli per sentirsi importante, parte di qualcosa, forse perchè non conviene mai che il solo essere è parte di ogni cosa, e non potrebbe sperare di meglio.
    Dalla gerarchia sociale sono scaturite violenze psicologiche disumane che tutt'oggi ci portano a credere sin da piccoli di non esser in grado di gestirci,di decidere, di auto controllarci e di scoprire da noi cose che ci vengono spiegate perchè così E', limitando grandi potenzialità.

    Detto questo io credo fermamente che l'unico nostro punto di riferimento sta nella nostra forza e coerenza nel fare ciò che deduciamo logico al fine di una coscienza della verità dell'uomo, del mondo che ci ospita e della possibile convivenza dettata da un'evoluzione che non è ancora avvenuta per renderla possibile, un evoluzione che ci porta alla naturale logica del comportamento, ad un sereno vivere portato dall'unica cosa che costantemente viene limitata, soppressa, e uccisa, il nostro intelletto.



    Ross

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  3. (uh dimenticavo, sostengo Beccaria, espone un dialogo importante tra uomo e uomo nel"dei delitti e delle pene")

    Ross

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  4. Sensatissimo,
    ma considerando l'attuale condizione e spostando un attimo l'ipotesi di come potrebbe essere come si ci rapporta alla violenza nel senso piu ampio che ormai dilaga nel mondo e dentro molti di noi...?
    concordo che sarebbe bello se fosse diversamente, ogni volta per controllarmi mi provoco dei mal di testa assurdi, ma non trovando appropriato tirare un posacenere in testa alla mia vicina per una battuta mi tengo il mal di testa.. :)...

    Donny.

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  5. Carissssimo Donny,

    mi potresti fare, per cortesia nonviolenta, qualche esempio di azione umana non violenta, ma nello stesso tempo, che non sia aria fritta, ovvero azioni che portino effettivamente al risultato che ci si era posti?

    Ps: è una domanda seria.

    The Mallard

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  6. Bella domanda.



    :) . .

    Ross

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  7. Riflettere, pensare, osservare, ascoltare.
    Tutte azioni indirette non violente che danno molto di più di quanto si ci aspetta quando si inizia a farlo...

    per il resto è proprio quello il punto, quello che volevo dire.. difficile rimane essere non violenti.. siamo uomini.

    Donny

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  8. Right,
    però io intendevo azioni fisiche: le prime 4 sono azioni sicuramente necessarie per partire a far tutto il resto, però, la domanda è: quando poi (prima o poi) si passa all'azione, si agisce, è possibile essere completamente non violenti? Se si, mi faresti degli esempi pratici?

    In effetti, più o meno, hai già risposto nell'ultima parte del commento: "è difficile".

    Userò la semplicità delle novelle Zen per farti un esempio: se colgo un fiore per darlo ad una ragazza, ho fatto violenza?

    Verso il fiore, direi di si (seppur confidassi che lei gli possa trovare un buon soggiorno all'interno di un vaso fecondo d'acqua o nella terra).

    The Mallard

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  9. Giusta citazione, avevo pensato per un attimo al fiore prima di risponderti, poi non l'ho usato come esempio proprio perchè credo di si, credo sia violenza.. una volta ho scritto: "ammirando un fiore, senza coglierlo per rispetto"..

    Appunto come sottolinei non ho esempi..
    Ed era proprio parte dello scopo del mio post,
    dimostrare che la violenza c'è sempre e fa parte di noi..
    Un azione violenta ma non violenta potrebbe essere annaffiare un fiore rinsecchito, violenza nei confronti dell'acqua, ma in questo caso lo scopo dell'acqua è proprio dare vita per tanto in questo caso non la ritengo violenza..o meglio una violenza necessaria..
    questa è la distinzione che cercavo di fare prima, la differenza tra la violenza necessaria e quella fine a se stessa..
    non possiamo escludere dalla nostra vita il concetto di violenza ma possiamo indirizzarlo per un fine diverso..

    un esempio, ipotizziamo che per ogni persona ci sia una bilancia, su un piatto la luce e sull'altro l'oscurità (bene e male, pace e violenza ).. in un uomo retto e virtuoso a mio parere i piatti devono essere pari e pesare uguali, quel'oscurità sarà sempre li ma se la indirizziamo per uno scopo "giusto" allora l'azione violenta sarà pari all'intento giusto, per cui bilanciamo l'equazione.. è quando il piatto pende troppo dalla parte buia che la violenza diventa malvagità e per tanto non tollerabile..
    se la bilancia in vece pende dalla luce, be magari si ci riuscisse facilmente.. credo che pochi siano gli uomini che ne sono stati capaci..
    e quando per difendere il "bene" il "giusto" usiamo violenza contro un personaggio "oscuro" allora siamo nel giusto ed è una violenza necessaria.. (questo è un estremo astratto) in pratica se uno minaccia la vita di una persona a me cara e in quel breve lasso di tempo che ho per decidere non trovo soluzioni di "ridotta violenza" be in quel caso uso violenza, ed essendo necessaria si bilancia da sola..

    Donny

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  10. Eh, violenza ..bella domanda ci sono mille modi di violenze...violenza fisica e psicologica...
    Molti psicologi considerano la violenza psicologica come un atto ben peggiore di quella fisica nell'incolumità umana...
    Violenza mi aggancia alla violenza che hanno riversato le forze dell'ordine "o meglio disordine" nelle varie manifestazioni...
    soprattutto in quelle pacifiche dei manifestanti...
    si parla tanto di violenza...contro le donne, violenza come mobbing sul posto di lavoro, violenza contro chi manifesta un pensiero...
    Per molti invece in quell'atto la violenza è stata dei manifestanti...qui io non sono obbiettiva perchè al G8 di Genova non potrei mai dire che chi ha dato calci e pugni o ha tirato pietre sia stato violento...al contrario si è solo difeso..contro quella VIOLENZA fatta

    come è facile e malleabile parlare di violenza e non violenza..

    Gandhi diceva "La nonviolenza è il primo articolo della mia fede e l'ultimo del mio credo”

    LA VALE

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  11. Io porto infatti il tutto a una riflessione più alta, se i grandi otto sono un male per la collettività allora riterrei corretta una azione violenta nei loro confronti, perche il fine è il bene collettivo, per tanto se necessario, giusto.. a una azione deve corrispondere una reazione uguale e contraria, altrimenti collassa l'universo, per tanto una violenza in quella direzione serve a mantenere l'equilibrio, a sostenere l'universo.. per cui giusta anche se non fossa stata per difesa, la considero giusta.

    Donny

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  12. ...e la risposta non arriva. Vabeh, non importa, comunque forse la cosa più corretta e precisa che abbiamo detto, seppur i più non lo direbbero, è: "è difficile".

    Certo, non stiamo dando proposte di soluzione (ed a me interessano per di più le proposte di soluzione), ma almeno lasciamo al naufragio il compito di stimolare l'intuizione dell'uomo (come è sempre stato da millenni).

    Bravo Donny!

    Ps: occhio perché alcuni potrebbero prendere come seccatura la frase "Io porto infatti il tutto ad una riflessione più alta..."

    ...riflessione "alta", riflessione "bassa"...bah...

    ...ma trancy, penso, senza presunzione, di aver capito. Anzi, grande per il coraggio dell'espressione poco diplomatica :)

    The Mallard

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  13. sìì alta bassa e media e quasi alta...!:P
    mah io credo che per combattere la violenza di ogni tipo occorra cercare di stare vicino al cuore della gente...

    Non c'è peggior cosa della violenza quando si pensa di non farne uso...quella subdola è la peggiore...
    il mio del G8 era un esempio vicino e palese.. poi onestamente ognuno ha il suo punto di vista...

    LA VALE

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  14. Per accomunare i due utlimi commenti (il "cuore" di Vale e la "bilancia" di Donny), mi è venuta in mente la leggenda della dea egizia Maat, figlia di Ra (Dio del Sole).

    Era "addetta" alla "valutazione" dell'uomo dopo la sua morte...e sapete come faceva?!? (si, lo so che lo sapete..)

    Metteva su un piatto della bilancia il cuore del defunto e sull'altro una piuma. Per non essere "dannato" (o almeno il surrogato dell'oblio e/o dannazione nell'egitto antico), il cuore doveva essere leggero come la piuma.
    Se avevi vissuto con "la leggerezza del cuore" (anche Lao-Tze diceva questo), avevi accesso al "Paradiso".

    Vicini ed in ascolto del cuore della gente, sempre ed il più possibile!

    The Mallard

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  15. Non capisco che tipo di risposta stai cercando, quello che ho scritto per me è sufficente...


    Donny

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  16. forse parafrasare la sete di un fiore è un pò sottile...

    allora scusate voi siete tutti carnivori mangiate la carne giusto??
    quella non è violenza??? uccidere un animale??? sììì che la è..
    io sono violenta perchè mangio la carne bianca però la mangio...anche se sto cercando di andare verso l'essere vegetariana...
    se pensiamo a questo ...dovremmo girare tutti in bici o a piedi indossare carta al posto dei vestiti e camminare scalzi!
    il capitalismo è violenza contro il "povero"...
    ma se andiamo di pare passo...non la finiamo più..
    ognuno ha la propria idea di violenza e non violenza,

    Mallard la risposta forse la troverai solo tu dentro di te e le risposte degli altri a mio avviso non saranno mai sufficienti per ciò che vorresti sentire...

    Credo che la migliore cosa sia quella di ascoltare la voce degli altri, di rispettare nei limiti un pò le idee anche se diverse, occorre un confronto senza atteggiarsi da intellettuale..perchè non c'è cosa peggiore !!!
    tutto ormai fa parte dell'essere "violento"...nell'anima dentro di se

    LA VALE

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  17. ross

    Vale prima di tutto non credo che vestirsi con la carta sia un'ottima idea, da dove viene la carta? :)

    Inoltre, riassumo perchè magari hai perso il filo del discorso,noto che ti manca qualche passaggio,

    si parla di determinare cosa è violento e cosa no sottoforma di provocazione al lettore, di stimolo, Donny conferma più volte, spesso esagerando in dilungamenti su azioni non realmente violente in quanto non recano danno, ma evidenziano l'uso di qualcosa di non nostro, (e per l'appunto, in quel caso dove nulla è nostro, ne deduce che tutto è violenza, in ogni ambito), mentre mallard lancia una domanda che vuol esser colta, non che non abbia una sua risposta.

    Non si tratta certo di nominare tutto ciò che è violenza, sia con un elenco specifico e sconfinato sia in un'elenco generale delle violenze più gravi e logoranti, in ogni caso, non finiremmo mai, a meno che si voglia passare la vita a scrivere un libro su "violenze e Violenze"!

    E' naturale che la carne sia compresa, se noti hanno citato la filosofia zen della violenza fatta al fiore quando viene colto, che è comunque ""violenza"" in quanto non possediamo la vita di nessuno e quindi come non possiamo averla, non possiamo toglierla e in quel caso lo faremmo, interferendo come di nostra costante, al naturale vivere del pianeta, che ci ospita come ospita animali, piante e quant'altor.

    In egual modo alle lotte contro il nucleare e riguardo ai rilasci tossici delle aziende petrolifere, si dovrebbe reagire anche davanti a incoerenze personali che sono quelle che ci rendono Stupidi; se fai mente locale pensando a quante persone strappano fiori per tagliare il prato, per regalarli, per rubarli, si comprende che c'è una ragione se la maggiorparte della vita vegetale su questo pianeta si sta estinguendo e incolpare le cause maggiori è utile solo quando ti dai da fare per essere coerente alla tua lotta, e soprattutto se poi non vai a raccogliere il mazzo di fiori che deperirà sul tuo tavolo da pranzo in 2 giorni.

    Non è quindi troppo sottile, perhcè non si espongono realtà per decidere che fare e come comportarsi, in questo post, ma si analizza solo la situazione, per adesso :)


    ross

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  18. Sorry....non ho ancora letto un tubo... troppa, tanta roba, CI VUOLE TEMPO!!
    Commento solo per spirito di partecipazione, appena potrò darò il mio contributo XD

    Cqm caro Donny, scrivi ciò che vuoi ma se puoi dopo un tuo post lascia che qualcun altro scriva o se no se me ne fai uno dietro l'altro sembrerebbe una dittatura! :P

    ANDROJINN

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  19. Secondo me Androjinn è un maestro Jedi.

    Ave grande maestro!

    The Mallard

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  20. Si hai ragione Androjinn, è che mi faccio prendere dall'enfasi.. :) .. ora mi sono imposto un maz di un post alla settimana.. :) cosi non monopolizzo il blog..

    Cmq Vale.. è appunto quello che dicevo, stavo sottolinando come in fine la violenza fa parte di noi e che andando a fondo non possiamo evitare di commettere violenza in qualche contesto, infatti con la "bilancia" volevo sottolineare che siccome non vedo possibile estirpare la violenza dalla nostra natura, che Per Adesso è questa, allora la si voglia indirizzare in casi "necessari" o "utili", La carne è un bell'esempio, esiste la catena alimentare, i rospi mangiano gli insetti, i gatti le lucertole, i cani si mangiano una gallina, e l'uomo si mangia un cinghiale, poichè fa parte della nostra natura e serve alla nostra sopravvivenza è violenza ma "violenza necessaria" (essere vegetariani non cambia nulla, è risaputo che le piante se gli si strappa una foglia emettono degli ultrasuoni che noi non sentiamo, ma le piante, cara Vale, GRIDANO.. ) quindi io volevo solo dire, non essendo possibile non essere in qualche modo violenti, è utile capire quando una violenza è necessaria e quando non lo è, cosi da mantenere un senso di "giusto" anche nel fare una certa violenza inevitabile..

    Se mi dilungo mi spiace, ma sembra che se non lo faccio non si capisce cosa scrivo..

    sarà colpa mia forse..

    grazie per l'attenzione.

    Donny.

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  21. Cavolo Donny non dire così però--- povera lattuga :(
    è vero anche la verdura soffre. ...

    beh a parte tutto è interessante e perfattamente vero ciò che hai scritto!

    LA VALE

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  22. Come sapete io non sono proprio una pacifista però lo riconosco: si può essere nonviolenti eccome!
    Per citare un esempio a caso e tra i più famosi: Martin Luther King, premio nobel per la pace a 35 anni. E la strafamosissima azione di Rosa Parks.
    (anche se io sto dalla parte di Malcom X!!).

    Poi, secondo me non è detto che in un gruppo il voler prevalere o voler fare i propri interessi di un individuo sia del tutto negativo. Esistono molte azioni violente che producono effetti nonviolenti. Prima su tutte la rivoluzione di cui parliamo. Ora non voglio dire che sempre il fine giustifica i mezzi.

    La vendetta è sicuramente il sentimento più forte, di molto superiore alla violenza, di conseguenza con effetti maggiori.
    Non si può sempre guardare con razionalità ogni cosa.
    Se mi parli dell'impiccagione di Mussolini, io non riesco a non godere immaginandomi la scena. E mi vieni istintivo rispondere: "Mussolini è stato comunque più violento"
    Se mi parli di Erica ed Omar penso a due esseri umani, non molto diversi da me.

    Secondo me esistono violenze buone e violenze cattive. Violenze perdonabili, comprensibili. Altre meno.
    Mi viene in mente la frase di un film "Lady Vendetta" (trilogia imperdibile sul tema della vendetta):
    "esistono rapimenti buoni e rapimenti cattivi. (...) quelli buoni finiscono bene, paghi il riscatto e il tuo bambino torna a casa sano e salvo. Dopo che si è stati in pena per lui la famiglia sarà molto più unita di prima"

    Mati

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  23. Mati mi parli della scena di Mussolini che ho raccontato, e mi dici: "non riesco a non godere immaginandomi la scena-Mussolini è stato cmq piu violento", e allo stesso modo a inizio commento nomini Martin Luther King, be voglio citarti una sua frase, famosissima: "Non permetterò mai a nessuno di trascinarmi così in basso da costringermi ad odiarlo"...
    Non vedo come si possa giustificare il comportamento delle persone su quel corpo appeso.. è disgustosamente umano.. cmq, se mi dici che riesci a "capirlo" e "accettarlo" confermi la mia teoria che siamo tutti violenti nel profondo..

    Donny.

    P.S. io sono di sangue comunista (quello vero, non quello misto hippy che circola nei pub) non posso tollerare il fascismo, è nel mio dna..
    ma trovo cmq di una violenza inaudita quel episodio.

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  24. ho citato martin luther king dichiarando di non essere a favore della non violenza. e confermo, siamo tutti violenti nel profondo. e specifico, non è poi così negativo.
    mati

    anche se poi alla fine... dipende

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  25. Personalmente sottoscrivo Donny

    Io credo che come si dice siamo tutti violenti nel profondo... Sono le reazioni quando si riceve un torto che sono diverse...
    Però vi assicuro che, quando una vita di un nostro caro viene spezzata o un torto subito è troppo forte da sopportare, la bestia sopita dentro di noi vuole uscire.
    E questo, non perchè siamo violenti, ma, perchè ogni persona nata in questa era con la democrazia e la giustizia non riesce ad accettare l'ingistizia subita.
    Poi c'è chi riesce a tener dentro il rancore e magari anche a perdonare; ma è sempre comunque reprimere se stessi e ferirsi.
    Trovare sfogo senza l'utilizzo della violenza è un arte e una via che, per essere professata, deve essere mix di diverse discipline; come in alcuni personaggi a noi noti tra cui:gandi, maria teresa di gallura e martin luther king... :D

    Personalmente ritengo di non toccare tal umana perfezione e mi tengo la mia violenza seppur sempre meno accanita di altre, ma pur sempre violenza...

    Ho appena finito la mia dose quotidiana di sangue di capretto e dita di essere vivente...

    Hamlin Signore Oscuro dei Sofficini...

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  26. troppa roba avete scritto; avete girato e rigirato intorno alle cose senza sfuggire dalla retorica del bene e del male del mondo occidentale technocrate.
    La violenza, come la stragrande maggioranza dei valori, è soggettiva. tu sai cos'è violento e non violento a prescindere dal dolore fisico e ogni giorno togli o aggiungi azioni dalla lista delle cose violente perchè condizionato dalla famiglia, dalla cultura, dalla religione, dall'esperienza ecc...
    L'unico assoluto consiglio che posso darvi è di rispettare l'unicità dell'altro, chiedersi sempre quali sono i suoi valori e di consequenza comportarsi.
    Per esempio se volessi essere violento verso una persona non posso basarmi solo su quello che IO considero violento ma devo indagare su quello che la mia vittima considera violento; stesso discorso anche quando voglio fare un regalo di Natale, quando voglio portare in vacanza la fidanzata, quando voglio chiedere in prestito qualcosa, quando voglio operare per la pace in medioriente e quando voglio cucinare per 10 persone.

    logico no :)

    ANDROJINN

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  27. Per me la violenza fa parte del male che è presente come il bene in ogni persona in diversa misura per ogni individuo.

    Citando un famoso scrittore comunque io non sono d'accordo sul giudicare esplicitamente o meno chi meriti o no di vivere, tante persone giuste sono morte senza poter compiere cio che potevano, nessuno puo dire che sia giusto o no se una persona viva o meno.

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