venerdì 7 maggio 2010

DIego - The Dungeon

Scendevo una lunga scala, mentre il gelido vento passava tra i miei capelli, come ragnatele mortali che intrappolano
l'anima ed ogni pensiero. Quel luogo era spaventoso ed orrendo, impreganto d'un aura malvagia, ad ogni passo mi
avvicinavo all'inferno.
Le pareti erano di terra e da esse sporgevano figure umane, volti di uomini, donne e bambini straziati da smorfie di
dolore e pena braccia e mani che chiedono aiuto.
Ormai erano passati degli anni da quando a tristram si era scatenato l'inferno, la terra aveva rigurgitato i suoi demoni,
ed ogni guerriero da ogni parte del mondo, era partito per attraversare le catacombe e cercare la tomba del re dei demoni.
Fin da piccolo nelle storie che si raccontavano erano presenti mostri e demoni che di notte uscivano dalle loro tane per
saziarsi delle carni dei bambini cattivi, mai avrei pensato che quei demoni esistessero davvero. Parti alla venura a 16 a
nni arruolandomi tra le guardie di kurast la cittadina ad est del mare, una terra piena di pericoli ed insidie, in quel
posto temprai la mia forza e divenni un guerriero.
Pensavo di aver trovato una casa in cui vivere per sempre, ma dall 'ovest giunse notizia che a Tristram nelle profondita della Terra,
Diablo il Signore del terrore si era risvegliato. Cosi viaggiai a ovest insieme ad un manipolo di guerrieri come me pronti,
alla piu grande avventra nella vita , o al peggio alla morte.
Appena giunti al villagio, ormai quasi disabitato, venimmo a conoscenza che nessuno degli avventurieri che aveva cercato
il passaggio attraverso il monastero era tornato vivo da quei luoghi.
Decidemmo che il rischio era maggiore del previsto e che saremmo dovuti tornare nella nostra patria, cosi dormimmo per
l'ultima notte nella locanda.
Ma quella notte feci un sogno, un ragazzo di nobile aspetto spogliato di ogni cosa era sdraiato su di una altare di pietra
una figura incappucciata si avvicino a lui con un pugnale e lo colpi dritto nel petto.
Il ragazo urlava di dolore e sentivo quel dolore come se appartenesse a me, l'ultima cosa che vidi fu un bagliore sinistro
negli occhi dell'uomo incappucciato, la porta del monastero che si chiudeva e poi mi svegliai.
Ancora terrorizzato, ma deciso presi con me le mie armi dovevo salvare a tutti i costi quel ragazzo qulunque pericolo dovessi
affrontare, usci di corsa dalla locanda diretto verso il monsatero.
La porta del monastero era aperta e dentro di esso vi era una botola spalancata, essa dava su una scalinata che scendeva verso la cripta,
feci un respiro profondo e cominciai la discesa verso l'abisso.

3 commenti:

  1. Prima di tutto ti dò il benvenuto nel blog, messere!
    Credo tu sia un super fan di D&D, Magic, Diablo ecc... Anche se non è il mio genere di lettura mi son sempre divertito anch'io con questi giochi.

    Ho bisogno della bussola però, dato che appunto non è il mio genere; nel racconto cè una morale? Un senso narrativo che porta a conclusioni specifiche? è metaforico, quindi riflette una realtà che vuoi mettere in risalto? O è solo una bella e piacevole storiella per fuggire un pò dalla realtà?

    ANDROJINN

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  2. Questo racconta mi fa pensare alla sofferenza umana... alla guerra alla morte e alla distruzione...
    un pò come se quelle teste agonizzanti che sbucano dal terreno fossero tutti i morti uccisi dalla barbarietà odierna...vittime inconsapevoli e scomode....
    assaggiare quella crudeltà che molti non sanno, ma che è un costrutto rappresentativo perfetto...
    Loro dinanzi a noi zombie che rivogliono la loro vita strappata nel modo più nefando possibile...
    come se il sogno apparso al protagonista del racconto volesse quasi richiamare l'urlo di sofferenza che sta affettando il mondo la natura e l'uomo...
    Un richiamo afono intrinso di verità e sangue, dolore e tristezza...

    Io l'ho un pò interpretata così..perchè credo che il "senso" delle storie possiamo solo darlo noi e ognuno avrà trovato una propria via rappresentativa a questa lettura...magari anche solo per svagarsi un pò..

    LA VALE

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  3. credo si tratti di un semplice racconto, spero di leggere presto la sua continuazione
    mati

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