mercoledì 21 aprile 2010

La Vale: "Vergogna di Vergognarsi..."


Vergogna l'emozione sociale che si prova tutte le volte che siamo a contatto con altre persone! così diceva Goffman...
Ebbene sìì...

chi di voi non ha mai provato quella situazione sgradevole di diventare "rossi come dei pomodori" davanti ad una situazione imbarazzante???Quella sensazione di calore che innonda il viso e non puoi nè nasconderti nè tantomeno non renderlo visibile a tutti...?

Credo in molti.. Come il vergognarsi per se stessi....tutte umiliazioni più o meno forti che derivano dallo stare insieme il vivere insieme ad altri...
Stare in questa società e sentirsi bene nel proprio gruppo non è così semplice....!
Vergogna per cosa?


Imbarazzo perchè?


Quando ero piccola immaginavo di stare ad una di quelle cene di gala magari di qualche multinazionale da boicottare..e ad un certo punto alzarmi dal tavolo con una mano tirare giù la tovaglia,salirci sopra e urlare qualcosa di rivoluzionario... magari con altri rinforzi che arrivano pieni di striscioni e slogan urlati...beh questo nell'immaginario collettivo non è proprio il massimo della desiderabilità e dovrebbe creare una forte sensazione di imbarazzo nei partecipanti alla cena di gala solo per "essersi immedesimati in me"...e io???E


E io no.... rido sorrido di saper pensare a cose "scomode" o meno che le persone pensano e immaginano bollandoti come deviata sociale... e credo anche che non bisogna vergognarsi mai di se stessi....


Ognuno è ciò che è... ognuno è ciò che fa,che dice che racconta... un pezzo piccolo e indelebile di se... Ogni minuto va vissuto intensamente e ridendo delle proprie scemate... arrossendo in pubblico e sapendo sorridere dei propri difetti... quei difetti che rendono ognuno di noi "diversi e speciali"..anche se a volte subentra lo stato dell'imbarazzo della vergogna...bisogna comunque superarlo e riderci sù...Non farsi "etichettare" per forza come deviato se ci si comporta non come "gli altri vorrebbero che noi ci comportassimo"in fondo nessuno obbliga a fare nulla..e tantomeno seguire delle costrizioni sociali...

Quindi cerchiamo di non provare troppa vergogna e imbarazzo per noi stessi...non pietrifichiamoci troppo dalla timidezza, dai lacci che ci tengono fermi le caviglie e i polsi...così forte da renderci immobili....slacciamo e sleghiamo quei fili invisibili che ci ancorano troppo alla realtà e cerchiamo sempre di più di muoverci di saltare di ridere e scherzare liberi senza catene e senza impedimenti o concezioni troppo ristrette...

Se non impariamo a ridere dei nostri errori....ma ci vergogniamo e basta---vuol dire che non proviamo nemmeno a vivere intensamente senza provare a slegarci dalle catene che bloccano lo nostre "ali"...

LA VALE

8 commenti:

  1. Il fatto stessto che uno provi vergogna, imbarazzo, disagio in cercte circostanze dimostra soltanto che questa persona da un immensa importanza all'opinione altrui, significa che quei "canoni" sono alla base della sua personalità; altrimenti non arrossirebbe.. Un indigeno portato in una cena di gala, comportandosi in modo per gli altri assurdo non proverà ne vergogna ne imbarazzo ne disagio perché quei canoni non gli appartengono, per tanto se uno prova queste emozioni è solo perchè condivide appieno quei canoni, solo non lo ammette oppure cerca di uscirne, ma quei canoni fanno già parte della sua natura.. Questa persona è quei "canoni", e rinnegare se stessi è sempre un errore, non c'è nulla da cui liberarsi, c'è solo molto da imparare su di se.

    Donny.

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  2. Non ti vergogni se ritieni che in quella situazione non hai niente da perdere o non creerai situazioni che in futuro ti potrebbero far perdere qualcosa a cui tieni.

    The Mallard

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  3. Ci sarà sempre in ogni situazione qualcosa da prendere o da non perdere, e ci saranno sempre persone che se pur proviamo indifferenza nei loro riguardi potranno esserci utili, questo non è opportunismo ma semplice intelligenza è illogico anche solo rischiare di poter perdere "utili variabili" per un capriccio dell'autostime; L'uomo libero non necessita di darlo a vedere, l'uomo libero sarà il più composto e colui che meno si distinguerà dagli altri appartenenti a quella determinata situazione, essere notato è l'ultima cosa che l'uomo libero vuole, perche lui essendo appunto "libero" può essere tutto e tutti, completamente omogeneo al contesto.
    Non manifesterà mai la sua "libertà" mettendo in evidenza questa cosa...
    La vergogna è solo ricerca di conferme nelle opinioni altrui, e il ribellarsi alla vergogna con metodo e/o pensiero teatrali è soltanto un capriccio dell'orgoglio che per un istante entra in conflitto con la stessa sottomissione alle conferme. Per cui, un uomo libero, non proverà vergogna, ma noi non ce ne accorgeremo mai poichè non si troverà mai in una situazione tale da permetterci di notare che non prova disagio.

    Donny.

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  4. Donny hai ragione... beh è interessante il tuo punto di vista!
    Nel senso che è vero inanzitutto quello che se una persona ha dei "canoni" diversi dai nostri non se ne accorgerà nemmeno della pressione sociale esercitata da chi lo circonda e non proverà alcun imbarazzo!
    Poi in effetti se una persona se ne sbatte del giudizio degli altri non proverà quei sentimenti sociali... se sei davvero libero, il punto è che è difficile esserlo veramente poi nella pratica!
    essere succubi del sistema e liberarsene essere davveri liberi da tutto...non è poi così semplice come dirlo...perchè secondo me una "nostra parte" anche del subconscio sarà sempre condizionata dagli altri anche se non vuole darlo a vedere...

    LA VALE

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  5. In sostanza prova vergogna colui che ha degli scheletri nell'armadio.

    Trovo che la vergogna sia un sentimento piuttosto basso, che si prova in situazioni particolarmente pesanti. Allo stesso tempo trovo negativo anche il non provare vergogna mai.

    L'imbarazzo invece lo associo alla tenerezza.

    Come la paura: può portare a fare qualsiasi cosa, ma è un istinto naturale per la conservazione. Come tutti i sentimenti, essendo umani servono a qualcosa.

    Forse tra tutti abbiamo un'idea diversa della definizione di libertà. Non credo che un uomo libero sia un uomo che non prova emozioni.

    Mati

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  6. sì in effetti essere liberi e avere uno schermo davanti....vuol dire essere in una gabbia...non piangere non ridere...sono emozioni anche quelle come l'imbarazzo e la vergogna e la paura....
    Farsi uno scudo d tutto non è bello...bisogna lasciare traspirare cmq un pò di emozione!
    Emozione nel saper ridere scherzare piangere...
    ..
    certo ci sono stadi e diversi livelli di ogni cosa...e cmq la vergogna è un emozione che deriva sempre dall'interazione con gli altri...l'importante è non vergognarsi di se stessi e non esserne troppo succubi del sistema...ecco credo che volesse dire quello Donny...

    LA VALE

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  7. In passato ho attraversato periodi in cui avevo vergogna di quel che pensavo: Da piccolo piccolo avevo vergona (e paura) di pensare a qualcosa di non cristiano; un pò più grande ho avuto vergonga nel fare pensieri omosessuali; ancora dopo ho avuto vergogna ad immaginarmi di picchiare o accoltellare persone indifese o buone o disabili ecc...
    Queste vergogne ricalcano i confini non scritti della società che ti circonda; come se un divieto o un obbligo ti COSTRINGESSE a "torbidi" pensieri e di conseguenza vergognarsi.
    Credo anch'io nell'uomo libero che però non è lui a scegliere di non vergongarsi ma è la società opprimente e bacchettona che ne è la causa indiscussa.
    In sintesi penso che la vergogna sia una consequenza di un sistema necrofilo (leggete From) e non di un sistema biofilo propositivo, perchè in un sistema propositivo non si condanna nessuno ma si comprende e si corregge.

    :)

    ANDROJINN

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  8. Androjinn interessante questi pensieri...un pò macabri...però provi vergogna a causa dell'immaginazione che gli altri possano vedere cosa pensi...cosa immagini....
    la pressione sociale è sempre forte..
    cmq leggerò questo From...oltrettutto mi serve anche per psico sociale..anche se credo che parlerà da un punto di vista psicologico...
    dal punto di vista sociologico c'è sempre il buon vecchio Goffman!

    LA VALE

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