mercoledì 14 aprile 2010

Coccia - Non-Risvegli

Le sensazioni provate al risveglio. Un senso di attorcigliamento senza apparente motivo. Sentirsi nodoso come un ulivo e non trovarne le tracce dei perché. Fare lo screening delle preoccupazioni coscienti e sentire che è tutto sotto controllo. Certo, ci sono seccature, affitti da pagare, disdette da dare, e via dicendo. Ma ci sono momenti in cui ognuno di questi tasselli è come una avventura per cui pagheremo quasi il biglietto. In cui trasfiguriamo anche il momento più stupido e apparentemente inutile. E ci sono giorni che ti svegli pesante e sordo, ti senti come un muro di cartongesso, come una campana vuota che non suona, ma vibra solo come una cosa pesante e sgraziata. Inizi le cose automaticamente, perché è giusto farle, perché altrimenti se rimani indietro sulla catene di piccole e grandi cose che è necessario fare per mantenere una decenza è un casino. Si scatena un effetto domino delle piccole cose non fatte o fatte male per mancanza di pienezza. I piatti lasciati la sera prima, col sugo un po’ incrostato. La roba che togli dal letto e ammonticchi sul pavimento. Non hai neanche voglia di fare colazione. O meglio, non ti viene spontaneo. Hai un fine che ti sospinge fuori di te, scadenze, e fai le cose senza ispirazione. Così, perdi tutto il resto che hai intorno. Ma ti rendi conto che stai facendo le cose male. Che basterebbe molto poco a trovare un modo giusto. Una musica giusta, magari. Oppure che splendesse solo il sole. Provi a fare una doccia, a rilavarti i denti. Non c’è niente di esplicito in quello che senti. Semplicemente, hai iniziato la giornata, fai cose meccanicamente, e prima di tutto ti sei dimenticato di essere un essere vivente. E tutto allora diventa profitto o perdita di tempo. Ma in realtà l’unico tempo perso è quello che non viene vissuto con presenza.

6 commenti:

  1. capisco bene...quello che dici..
    quel senso di oppressione, il fare le cose in modo meccanico..."devo fare quello per...se non lo faccio poi.."

    vorrei uscire da questo stato di semi-coscienza e riniziare davvero un pò a vivere facendo ciò che mi piace e non soppravvivendo aspettando il tramonto del sole..

    LA VALE

    Già leggendo queste righe mi sono ritrovata un pò in quello che ho scritto nel mio ultimo post...

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  2. La cosa tragicomica è che anche quando saremo in pensione (o vitalizianti da megaeredità o superenalotto) faremo gli stessi discorsi.

    Facilmente, anche tolte le ansie da sopravvivenza/posizione-ambizione/guadagno,ci sentiremo così.

    PS: anche per questo vorrei conoscere Gidio di Campo, oltre che Karl Jaspers, che si sta rivelando fondamentale: thanks Coccia!

    The Mallard

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  3. Ma questa non è vita.
    Sono sensazioni che capita a tutti di avere, e a mio avviso vanno interpretati come segnale di allarme. Ad esempio quando si ha fame, o mal di denti.
    non arrendiamoci alla "normalità"

    inolte quello che descrive coccia mi fa pensare al sentimento della noia.
    fondamentale nella nostra vita per ascoltare sè stessi

    mati

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  4. Stamattina sono scappati un toro e una vacca ad un mio vicino di casa; io ho dato una mano per catturarle rischiando qui e la una bella incornata, finendo l'avventura nella stalla con ringraziamenti del proprietario.
    Questo piccolo fuori programma (faticoso e pericoloso) mi ha dato un buon motivo per incominciare appieno la giornata :)

    ANDROJINN

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  5. gli imprevisti fan cosi sentire che la vita ha qualcosa di sempre nuovo da darti! coccia

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  6. io vivo così da parecchio tempo, anzi non ricordo di essere mai stato realmente presente..
    che dite è grave?? no, perche ci avevo quasi fatto l'abitudine.. :).. non so a volte sembra pigrizia ma io la chiamerei lucida follia, in quei momenti di non presenza è come essere realmente coscenti di quanto sia falso tutto ciò rispetto all'immensità dell'universo e delle cose che Realmente determinano gli eventi, di sicuro la terra non gira perche noi laviamo i piatti.. Nel senso, a volte forse è per questo stato di non coscenza lucida che poi le persone da sempre cercano religione, fantasmi, alieni, ecc.. per dare una via di fuga da quel senso di inutilità.. l'imprevisto che ci coinvolge è un po come se il destino ci dicesse che non siamo poi così insignificanti e allora quando riusciamo ci dà soddisfazione, ma alla fine cosa è vero?? siamo utili a qualcosa?? oppure è casualità se l'uomo esiste?? che senso puo avere essere più o meno presenti nella vita?? oppure puo non averne?...

    Donny.

    Donny

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