domenica 20 giugno 2010

Ross- Candle In The Wind

In ripetizione da circa due ore
risuona qualcosa che chiamerei malinconia
di una nota che pulsa dentro,
più nostalgia,
ma non ricordo tempi migliori
non ricordo,
ciò che grida è l'anelito
non il ritorno.
Non so.

La canzone Candle In The Wind, di Elton Johnn fu una dedica, un ricordo al passato che si pensa non sia più,
come se l'amore morisse con l'amante stesso.


Sono incerta, confusa.
Mi ricorda la Fede.

Avevo circa 15anni quando la persi, (persi?) quando realizzai di non avere nulla nel cuore da perdere non avendo conquistato nulla, dentro.
Credevo in qualcuno che potesse un giorno arrivare e ricompensare i mali ricevuti e riequilibrare le incongruenze morali in quell'animale che è l'uomo, che solo non sà vivere; in personaggi che all'origine erano tre stelle che a dicembre percorrono un tragitto astrale verso il sole.

Tutti amano scrollarsi di dosso le responsabilità dei propri intenti e operati, accollandola a qualcuno che "penserà a tutto lui".
Sorrido perchè è molto dolce, dolce e penoso.

Il risveglio fu immediato ma gli anni senza una speranza per un minimo equilibrio non furono fugaci.
Certo forma l'intento di Creare e Agire, senza limitarsi a Passare, Guardare, Reagire.
Ma mancava qualcosa.

Manca.

Trovai qualcosa che poteva inserirsi in quello spazio eterico per completare parte del puzzle visibile, la ciclicità..

Ma... in questi ultimi mesi la mia vita si è completamente rivoltata. Forse nel verso giusto, forse in un verso non concepibile, non immaginiamo nemmeno le possibili ulteriori dimensioni possibili da soli. Sono tornata ad essere la bambina che vive e basta, ritrovando la forza nel distacco dal materiale, dal contatto, dalla sicurezza tangibile di un'agio, ritrovato nel letto dove si sono vissuti 2/3 della propria vita; dall'anello che ha promesso amore; dallo sguardo che, nelle mura di casa, speri sempre possa avvicinarsi senza violenza; dalla forza di credere che ci possa essere una comprensione collettiva per sentirsi finalmente a casa; dal libro rivoluzionario che si voleva finire di scrivere sperando non fosse solo utile per accompagnare il sonno
(che è la reale veglia).

Ma qualcosa manca e non è più lo stesso puzzle.

Lo sento. Lo avverto nell'aria, sulla pelle, dentro il petto e le braccia, sugl'occhi e negl'occhi degli altri, sento che è e altre parole non servono a descrivere qualcosa che non và descritto, non va vissuto, non va guardato, non ha bisogno di niente, perchè ha necessità di Tutto, di Ogni cosa, come te.
Sento che "siamo soli per sempre e da sempre sto cazzo".
Ma ho una paura fottuta, mi sento spaesata, come se avessi vissuto nel mondo dei balocchi senza essermi goduta caramelle e canditi, e zucchero filato e compagnia, ed ora, non c'è niente, ed è bello.
E' un niente che non ha bisogno di altro in quanto non lo vedi ma lo senti, è un Tutto che avverti e che vedi solo quando smetti, pienamente, di voler vedere per crederci.
Ci si lascia trasportare in quanto ogni Uomo è niente senza il resto, ma niente inteso come Vuoto, non come etere.
E poi ... poi hai paura, non capisci, non conosci niente, non sai più niente, non puoi capire perchè vuoi e non bisogna volerlo perchè non è una possibilità ma realtà. Troppe parole.. il silenzio è così eloquente che la gente ha smesso di ascoltare.
E' il caos implicito nell'ordine, in quella semplicità che non è possibile comprendere perchè non si ha più un metodo comune, un senso comune di semplicità o caos, abbiamo avuto così tanta voglia di renderci speciali in qualcosa cercando fuori di noi e creando un mondo che non appartiene a nessuno, e lasciando il vero caos proprio dov'è la Verità.

Uomo conosci Te stesso e conoscerai l'Universo e gli Dei.


Trovo molto difficile confidarvi.
Fortunatamente ho imparato ad adeguarmi all'autogestione, a governare stati, dubbi, crisi fra me e me, tecnicamente però si tratta di superbia pensando che le mie questioni non interessino alla comunità, che non possano essere condivise, risolte in collettiva.
Questo mi ha portato ad una chiusura totale verso l'esterno mostrando parti di me che non valgono, che possono essere messe in discussione sotto aspetti futili e irrilevanti. Non sono mai riuscita a piangere davanti a qualcuno, ne a sfogarmi aprendo i miei vasi di pandora. E poi mi lamento che non c'è ascolto, aspettando che mi cada dal cielo la persona in grado di ascoltare. . .
Manca la speranza. La "Fede" (non cattolica ovviamente).
Sono così dentro di me, dentro a Questo che la mente mi sta uccidendo.
Credo che tutti possiate condividere un pò, (al contrario mio, quindi complimenti..) la chiusura totale verso il prossimo, che sia prossimo da una vita o da un giorno passato su un treno verso lontano, a guardare come ogni cosa scorre e si trasforma, con uno sconosciuto.

Parlo dunque un pò per autoimposizione ma vi confesso che.. sto facendo una fatica immensa..nonostante siano lo stralcio dell'emozioni e dei pensieri che andrebbero spiegati con lo sguardo e il gesto e il Silenzio, quasi tutti non comprensibili dall'esterno, sono esattamente ciò che avverto e ciò che devo aprire a voi, sconosciuti. :)

Vi ringrazio.
Per l'Ascolto: per la Volontà, applicata nella vostra lettura come nella vostra comprensione, rivolta ad ogni anelito di condivisione che si rileva in questo spazio per la vita nuova.
Ringrazio ogni cosa presente, che cerchi di esserlo veramente, presente.





10 commenti:

  1. Non aggiungerei nessun'altra pennellata al tuo quadro, è già completo.
    Anche perché anch'io vivo da un po' di mesi la tua stessa situazione...ed in più somatizzo con dolori fisici ogni minima delusione o insoddisfazione / incazzatura (presente o apparente) che mi da il prossimo. Roba tipo stilettate al fegato o dolori distribuiti, di cui non avevo ami sofferto. Si, il mio fisichetto, che per anni ha sopportato ogni sostanza nociva che le facciate della vita ed i nervosi hanno riversato nel mio sangue, ora si fa sentire pure lui, poveretto, dopo anni che ha subito in silenzio facendo tutto per me. E la mia ipocondria rende compulsivo (autoalimentante) il tutto, in un fantastico "gran gourmet delizia" da suicidio.

    Nel mio caso, l'isolamento è curativo.

    Noi, vittime e carnefici del prossimo...ma costretti ad ammettere, se spogliati del delirio di onnipotenza, che non ne possiamo per sempre fare senza.

    Per rinforzarsi, forse occorre sì bere veleno, ma a piccole dosi (non me lo fate trangugiare con una tramoggia industriale, grazie).

    The Mallard

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  2. Scusami, non comprendo di cosa tu stia parlando(mi sento anche fuori luogo perchè forse ho trasmesso un messaggio completamente diverso da ciò che volevo intendere)(che lo scritto sia confusionale lo sappiamo tutti, è classico della ross, ma si arriva addirittura a non capirne il tema? sono confusa, ancora di più!!) cacchio mallard! :)

    parlo di fede..come punto principale..

    ross :)

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  3. Allora avrò commentato un punto NON principale...

    (Ahi! Un'altra stilettata!
    Porc...)

    The Mallard

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  4. no no dai, dimmi!
    tu hai scritto: "Anche perché anch'io vivo da un po' di mesi la tua stessa situazione...ed in più somatizzo con dolori fisici ogni minima delusione o insoddisfazione etc" io parlavo di tutt'altro, ho detto che da un po di mesi sono "rinata" ma questo strano nuovo vedere mi spaventa..
    non ho fatto riferimento al tuo tema, sono veramente Confusa

    ross

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  5. (ps l'unico modo chene reincarna il senso è la tramoggia industriale)

    ross

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  6. dentro di noi c'è un interno mondo infinito di pensieri, persone che vorremmo incontrare, persone che vorremmo essere, e quando voltiamo lo sguardo a questa interiorità ne abbiamo troppa paura. Come pensare ad un futuro incerto e pensare "non ce la farò mai". mi capita spesso, soprattutto quando sto male, di voler dire quello che penso a qualcuno, e ogni volta scopro che appena esce dalla mia bocca non è più poi così interessante. io sbatto la testa contro al muro perché vorrei capire, come diavolo funziona questo meccanismo? da cosa dipendono questi alti e questi bassi? dagli altri o da me?
    niente, è vero che siamo soli, che dobbiamo convivere con tutto questo, che alla fine della fiera tutto va accettato nel bene o nel male o non ci si muoverà mai di un passo. lasciarsi andare al flusso.
    penso che non esista in tutto il mondo un altro essere umano in grado di ascoltarmi

    mati

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  7. tu prova a parlare al mondo e magari qualcuno ti ascolta mati.. anche ross lo dice in un passaggio.. a volte soffriamo per un pensiero e quando lo condividiamo ci sembra così stupido, bé forse questa è una soluzione, dire i nostri pensieri agli altri per capire quanto spesso sono inutili preoccupazioni.. mi sembra un buon metodo.. a volte invece vogliamo che il nostro dolore sia grande, vogliamo gridare in silenzio perchè ci affascina l'idea di un "salvatore" che se ne accorga e pianga per noi, o ci tenda la mano, ma questa visione (che spesso inconsciamente adottiamo quasi tutti) è un po inutile, non che controproducente perche ci feriamo da soli sforzando la fuoriuscita di una lacrima.. (ricerca di attenzione) ma attenzione verso cosa?? ogni uno ha dei problemi e pochi sono quelli che ascolterebbero quelli degli altri, (troppo presi dai propri), per cui naturalmente, le persone ci parlano se siamo allegri e di compagnia, ci evitano invece se siamo completamente a terra, questo perche loro stanno male come noi, e qui scoprono una paura immensa di cadere insieme a colui che cercano di rialzare.. e in effetti è così che finisce.. perchè? perche ci si immedesima nell'altro e il suo male sommato al nostro ci fa impazzire, non si possono portare due corpi con due gambe...

    Ma sull'ascoltare è diverso.. l'importante è trovare qualcuno che sappia mantenere un distacco, perche se coinvolto difficilmente potrà aiutare.. ad esempio, io.. conoscendoti poco, senza giudicare ne venendo travolto dalle tue parole, senza prendere parti, senza schierarmi, e se necessario senza rispondere, io.. ti ascolterei..
    (e sono sicuro che potrei avvicinarmi a capire).

    Donny.

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  8. davvero sono confusa.. stiamo parlando di tipo 7 o 8 argomenti diversi.. sono ripeto, MOLTO confusa.

    ross

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  9. AH! che bella l'ispirazione!! Ognuno legge il tuo discorso a suo modo, probabilmente perchè hai usato un modo di scrivere che gira intorno alle cose e quindi di facile "fuga". Ma qualsiasi cosa ti abbiano detto è cmq un piccolo dono, apprezzalo e respira positività!Io commenterò una piccola parte del tuo post, dove parli di chiusura ed apertura verso gli altri; se noi siamo tutti un "tutt'uno" occuparsi e capirsi non è come occuparsi e capire il prossimo? Quando ti comprendi non ti capita di essere compresa più facilmente anche dagli altri? Ho notato che scrivi in maniera molto più chiara, ultimamente ti comprendi meglio? :)
    Rinata, e adesso ti tocca la pubertà! accudisci te stessa e vedrai che istintivamente la tua vicinanza migliorerà anche gli altri.

    AMATI!!!!!!!!!!!!!!!!!

    ANDROJINN

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  10. Si, ho notato,certo che lo prendo come un dono, mi spiace solo esser stata così confusionale, nonstante comprenda che sono situazioni inspiegabili proprio perchè già viverle è arduo, figurati poterle spiegare,non si dovrebbe nemmeno fare..
    pubertà? wow, che eccitazione, sarò pronta!?
    :)

    ross

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