mercoledì 8 dicembre 2010

Paul: Sei un artista?

Sei un artista?

Sei un politico?

Sei un assassino?

o forse uno stupratore?
Sei un nazista, un neo-nazista, un comunista, sei un ebreo?
Sei un lavoratore, sei un muratore o un idraulico, o un carpentiere?
Sei un uomo d'ufficio, un agente immobiliare, un tranviere, un ambasciatore, un soldato?
Lavori sedici ore al giorno? otto? Fai gli straordinari?
Sei uno stakanovista, un fannullone, un approfittatore, un affarista, un ingenuo, un ribelle?
Segui un sogno? fuggi dalle aspettative? Cogli l'attimo? aspetti il segno del destino? Rinneghi le cose che hai? ne cerchi di nuove?
Ti piaci? Ti odi? Vorresti essere una donna? o forse un uomo? vorresti i capelli ricci, biondi, lisci, mori?
Sudi sul salario per pagarti le scarpe di marca? o forse per una giacca nuova? magari hai un hobby, magari ti devi comprare la chitarra figa, magari una macchina fotografica da duemila euro. O magari aspetti i soldi per gonfiarti il seno, le labbra, per essere più appariscente, per un tatuaggio, per un piercing, magari per cambiare sesso?
Piangi per tua madre che ti ha lasciato? piangi per tuo padre che non vi paga gli alimenti? piangi per i tuoi nonni che ti volevano tanto bene? piangi per quello stronzo del tuo ex che quando ti vede ti ignora? piangi per quella puttana della tua ex che quando ti vede si bacia con un altro?
Perdi sempre a monopoly e ti consoli pensando di essere fortunato in amore? Vinci sempre e ti senti una merda per le facce degli altri? ci godi? aspetti che arrivi la prossima partita per cambiare tutto?
Quanti soldi spendi sulle scommesse? forse aspetti di giocare un euro ogni tanto quando il jackpot è alto? Forse non vinci e ti consoli perchè quei soldi non li volevi? forse non sapevi come spenderli, forse erano troppi, forse avresti perso gli amici, forse la famiglia, poi arriva la mafia e ti porta via e chiede il riscatto?
Aspetti l'anima gemella? Forse non esci di casa aspettando che bussi alla porta? Forse l'hai sognata e aspetti che arrivi? la cerchi ma non la trovi? forse non ci credi nell'anima gemella, sono quelle stronzate che dicono i preti e gli sfigati che non hanno mai amato e perduto per amore. Forse l'anima gemella arriva quando meno te lo aspetti, forse l'anima gemella è solo la tua, forse tutte lo sono in fondo. Forse aspetti di trovare l'anima nella persona più vicina a te ma non ti dai pace perchè ti fai schifo quando ti guardi allo specchio.
Ti droghi per essere felice? Ti droghi per arrivare a fine giornata? Spendi trecento euro al mese per essere libero? Forse ne spendi di più? Forse devi andare a rubare per essere libero. Forse stai pensando che l'alcool non è una droga. Magari le sigarette, le cicche, le canne. Magari ne rubi ogni tanto una dal tuo amico. Forse pensi di poter smettere domani. O se proprio non ce la fai il giorno dopo.
Magari ti dici che lo fai perchè ti piace. O magari perchè stai male. E magari dopo una canna te ne fai un'altra perchè presto le cose cambieranno. O magari ti buchi su una panchina di periferia pensando che un angelo ti metterà sulla retta via. Magari ordini un altro bicchiere di qualche porcata pensando che in fondo ti fa schifo. Magari ne approfitti per farti vedere. Magari speri che sulla tua fronte appaia un cartello con scritto:Chiuso,torno subito. Forse aspetti che qualcuno ti noti tra i tuoi amici ubriachi tanto quanto te, e magari qualcuno ti dirà qualche perla di saggezza.
Forse al mattino ti svegli e ti accendi una sigaretta. Magari te ne fai un paio. Forse ti senti immortale. Magari pensi a quelle persone che dopo tutto stanno ancora bene e l'hanno sempre fatto. Magari non è il caso di pensare a tutte le persone che ogni minuto muoiono in casa, in ospedale, per le strade. Forse ti dici che la tua via la troverai un giorno, quando ne avrai voglia. Forse pensi che arriverà quando e se ne avrai voglia.
Dipingi quadri che ti fanno cagare, forse vorresti essere come Picasso che se ne sbatteva le palle. Forse pensi di poter diventare famoso. Magari aspetti che al tuo campanello suoni un mecenate attirato dal colore della tua porta di casa. Magari aspetti che ti venga davvero male e allora potrai cambiare. Forse aspetti di morire perchè non ne vale la pena.
Forse ti fanno schifo i commenti degli altri. Forse non ne hai bisogno, i commenti te li fai da te. Forse ti senti meglio quando te ne stai sul divano a far passare le giornate davanti alla tv. Forse è meglio aspettare di sentire la solita stronzata della solita persona che ti cerca perchè vi vedete da troppo tempo. Forse è meglio stare a mangiare biscotti. Magari provi a cucinarti una torta. Magari ti scopri un ottimo cuoco quando fai le torte. Magari ci metti tanta nutella perchè ti danno fastidio quelle torte preconfezionate in cui ne mettono un cucchiaino.
Magari provi a farti una ragione di quello che sei. Forse ti arrampichi sugli angoli dei tuoi specchi per sentirti più a posto. Forse non hai voglia di chiamare quella persona che ti può davvero aiutare. Forse ti da fastidio. Forse la ami ma non glielo vuoi dire. Magari ti da fastidio cambiare. Forse arriva da te ogni giorno un messaggio di speranza ma lo cancelli senza leggerlo? Magari ti da fastidio pensare di poterti salvare. Forse è più figo spararsi ore di televisione piuttosto che salvarsi. Magari un giorno ti suiciderai. Magari pensi di andare in prima pagina sulla gazzetta della tua città. Forse tutti ti penseranno per una volta tanto. Magari non lo fai per pigrizia.

O magari non lo fai per una persona sola. Magari per te stesso. Forse non ti senti poi così una merda in fondo. Ti guardi allo specchio e non ti odi poi così tanto. Magari un giorno mi compro un bel cappello che mi piaccia. Si, proprio quel cappello che a tutti fa cagare. Magari una volta tanto faccio una foto a quella pianta così carina che per gli altri è solo una pianta dove pisciare quando si è ubriachi fuori dal locale. Magari un giorno scrivo una poesia che mi piaccia anche se non c'entra un cazzo con gli altri. Magari è sbagliata grammaticalmente. Magari hai una calligrafia del cazzo. Magari ti fa sorridere, e ti dimentichi del bicchiere sul bancone. Magari per una volta tanto chiami tu quella persona, magari mentre ci parli ti metti a sorridere da solo e te ne sbatti degli altri che sono abituati alla tua serietà. Magari un giorno la vai a trovare, la abbracci e senti tanto amore che non avevi più. Sicuramente è una persona nuova, magari prima la davi per scontata, quando avevi bisogno dopotutto era sempre li. Magari anche dentro te stesso eri sempre li ad aiutarti, e lasciavi che il tuo corpo si aggrappasse a te e lo tiravi su. Magari una volta tanto sto sveglio e mi guardo l'alba dal balcone di casa mia. Forse a tutti fa cagare, ma a me non serve andare alle Haway per godermi l'alba in un bel giorno limpido. Magari una volta tanto ti trovi a giocare a carte e ti dimentichi se lo stai facendo per vincere o per perdere. Magari lo fai per stare con chi ti vuole davvero bene. Forse lo fai perchè i momenti più belli si vivono dentro le stanze più buie, nei momenti più impensati, nelle situazioni più solite. Magari cerchi un buon motivo per andartene, magari un giorno lo fai davvero.
Magari te ne sei già andato il giorno che hai perso tutto, e non ti rendi conto che l'hai ritrovato già da subito se decidi di tornare. Magari potresti farlo oggi stesso, magari qualcuno ti dice qualcosa che vorresti sentire, o magari non lo vuoi sentire ma arriva. Magari aspetti un miracolo, forse aspetti un Santo che ti appaia e ti dica dove stai sbagliando. Magari aspetti di vedere un fantasma per casa, o un bicchiere che si sposta da solo. Magari credi agli alieni ma ti da fastidio non averne mai visto uno. Magari quella vecchietta che ti chiede una mano a fare benzina è un segno. Magari quella macchinetta che mi fotte i soldi e non mi lascia comprare le sigarette è un miracolo. Magari quella cazzo di gomma della macchina che si buca proprio quando vuoi uscire al sabato sera è un campanello d'allarme. Magari il cellulare che si scarica quando stai per chiamare la solita persona è un segno del destino. Magari non bisogna poi vedere un Angelo di Dio per avere un segno. Dopotutto che cazzo di segno sarebbe? Forse ho più bisogno di aiutare una vecchietta per non sentirmi così inutile. Forse ho bisogno di starmente a casa al sabato sera per capire che posso anche non ubriacarmi per stare bene. Magari piano piano posso anche pensare di stare meglio.

Sei un pensionato? sei un laureando? sei un barbone? sei un venditore ambulante? Sei un nullatenente? Sei una ragazza madre? Sei un drogato del cazzo?

Forse basta soltanto essere se stessi

Paul

10 commenti:

  1. Banale dire che mi ha aperto il cuore e l'anima leggerlo??
    E' davvero incredibilmente vero!!
    ci si riconosce in questo post..
    io mi sono proprio vista soppravvivere alla giornata....! è da troppo tempo che non vivo veramente!

    LA VALE
    Ho bisogno di alzarmi e guardare l'alba...ho bisogno di uno stimolo nuovo...di rialzarmi e camminare!
    Grazie Paul di cuore per questo post!

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  2. Questo Post Deve poter smuovere qualcosa dentro ognuno di noi! Sono contento di esserci riuscito!
    Cosa ha smosso dentro di te? Cosa senti che ti ha bloccato fin'ora?

    Paul

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  3. Ha smosso dentro di me un mare di emozioni.......un mare di ricordi, di rinuce...
    un mare fatto di "sopravvivenza" e non "vivere".....

    invece no, basta, stanca di pensare solamente a fare bene le cose......
    meglio sbagliare che rimanere con il dubbio!

    meglio mordere e scoprire che non era buono come si pensava che mangiare sempre la stessa cosa ::: !

    più o meno questo"
    e ti ringrazio"

    LA VALE

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  4. Sono davvero contento di averti aiutato, e spero di averlo fatto anche con altri che magari non hanno ritenuto necessario lasciare commmenti.

    Spero davvero di aver raggiunto il mio obiettivo, cioè quello di smuovere qualcosa dentro di voi che ristagna come il vino in bottiglia.
    Non lasciate che diventi aceto, ascoltatevi...alzatevi...e cominciate a camminare.
    Grazie a te Vale.

    Paul

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  5. ................................ SONO ESTASIATA...........................
    SEI ENTRATO

    r

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  6. Commento 1/2

    Mi hai lasciato in una sensazione come di svuotamento e liberazione, con nutrimento finale.
    Le carrellate di vicissitudini e debolezze umane, che si esprimono qui, sono come un faro che per una volta s-maschera, s-copre, s-vela quanto è (pur)troppo efficacemente spinto nell’abisso (per non parlare del gargarozzo) da questo modello mentale e societario di cui oggi è di moda assuefarsi.
    L’ultimo tabù da scardinare è la sofferenza umana (la “morte” in senso allargato).
    Questo tuo faro meraviglioso tocca e rimuove gli ultimi tabù e mostra gli uomini quali essi sono, creature talvolta schifosamente empie, meschine, crudeli, sadiche, bieche, ma, dopo aver sofferto, scoprentensi così commoventemente fragili, deboli, vulnerabili, mai in toto sufficienti a se stesse e con un principio di Thanathos grosso così.
    Ma nello stesso tempo così incredibilmente permeati da forza, dal “non mollare” dei momenti più capaci, da capacità sovrumane di mamme che si svegliano, preparano la colazione, preparano il figlio e lo portano a scuola, vanno a lavorare, tornano a casa e si fanno carico di tutti i lavori e alla sera sono ancora in grado di ringraziare la vita. Altri,, galletti pettoruti in mezzo ai simili nel “gran varietà” teatrale della vita di routine, che poi piangono per se stessi e per gli altri la sera quando si chiudono le porte. Il malato che per la prima volta Vive e l’adolescente nella giovinezza e nella salute che odia la vita (perché fa male).
    Che cosa siamo? Mah, secondo me il quesito resta irrisolto, nonostante metafisiche e studi di esistenzialismo (sul che cos’è l’ “Essere”). “Essere sé stessi” non ho mai capito fino in fondo cosa volesse dire. Anche perché se siamo il frutto delle nostre conoscenze ed esperienze, siamo un qualcosa di costruito dal passato e quindi non c’è nessun “sé stesso” originario, ma è tutto la derivazione di un immagazzinamento / copia. La risposta forse più esauriente a livello di “sentimentalizzare una resa di idea per farla esperire meglio all’altro”, me la diede una mia amica in un pub: “Capisci di essere stato te stesso, per me, quando torni a casa la sera e non hai dovuto fingere né trattenere nessuna cosa che avresti voluto dire / fare perché poco conveniente in quel momento, quando torni a casa e senti addosso nessun peso di rospi ingoiati o trattenute da finzione. Poter essere leggero perché non hai mai dovuto fingere. Poter dire –Sono stato me stesso-”. Anche se non esiste l “Essere” (sé stesso) imperituro o non sia ancora stato definito bene dalla scienza e dalla filosofia (e forse meno male), Essere (sé stesso) potrebbe davvero esser sinonimo, come emotività, allo status di “Essere Libero”, del non sentirsi macigni limitanti sul cuore.
    A che prezzo? Carissimo purtroppo…

    The Mallard

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  7. Commento 2/2
    Il post mi ha anche ispirato questi ricordi di citazioni:

    La frase: “Forse aspetti di trovare l'anima nella persona più vicina a te ma non ti dai pace perchè ti fai schifo quando ti guardi allo specchio.”, mi ha ricordato la frase de “Il negozio di antiquariato” di Fabi quando dice: “Il tesoro è alla fine dell'arcobaleno che trovarlo vicino nel proprio letto piace molto di meno”. Non ci accorgiamo spesso che i tesori (persone e cose) sono già li per noi, ma non li caghiamo perché ci aspettiamo che l’impatto sceno-coreo-grafico e il prestigio di facciata dei tesori della vita debbano per forza essere elogiati da tutti, sanciti nella loro eccezionalità dalla massa. Ma quello che è importante, lo è per noi, granello di polvere o scultura secolare che sia.

    L’ultima parte, che lancia una preziosa speranza, mi ha ricordato questi pensieri di Pascal sulla grandezza dell’uomo:

    370.
    La grandezza dell'uomo.
    “La grandezza dell'uomo è cosí evidente che s'inferisce dalla sua stessa miseria. Invero, ciò che negli animali è natura, nell'uomo lo chiamiamo miseria: riconoscendo cosí che, essendo oggi la sua natura simile a quella degli animali, è decaduto da una natura migliore, che era un tempo la sua.“
    “Infatti, chi si sente infelice di non essere re, se non un re spodestato? Forse che Paolo Emilio era considerato infelice, perché non era piú console? Al contrario, tutti lo stimavano fortunato di esserlo stato, perché la sua condizione non era di esserlo sempre. Invece, si giudicava infelicissimo Perseo di non essere piú re, giacché la sua condizione era di esserlo sempre: tanto che pareva strano che sopportasse ancora la vita. Chi si stima disgraziato per aver soltanto una bocca? e chi invece non si giudicherà disgraziato di non avere se non un occhio solo? A nessuno forse è mai passato per la mente di affliggersi di non aver tre occhi; ma chi ne è del tutto privo è inconsolabile. [...]“
    377.
    “L'uomo è solo una canna, la piú fragile della natura; ma una canna che pensa. Non occorre che l'universo intero si armi per annientarlo; un vapore, una goccia d'acqua bastano a ucciderlo. Ma, quand'anche l'universo lo schiacciasse, l'uomo sarebbe pur sempre piú nobile di quel che lo uccide, perché sa di morire, e la superiorità che l'universo ha su di lui; mentre l'universo non ne sa nulla.“
    “Tutta la nostra dignità sta, dunque, nel pensiero. In esso dobbiam cercare la ragione di elevarci, e non nello spazio e nella durata, che non potremmo riempire. Lavoriamo, quindi, a ben pensare: ecco il principio della morale.”



    Ma ti confesso che mi chiedo anch’io, sempre, come fanno i PFM nella canzone “Polvere”, se è davvero necessario soffrire ed esperire i più variegati dolori per raggiungere la conoscenza e la giusta sensibilità umana, per raggiungere la libertà ed essere veramente sé stessi, ma soprattutto, per avere il coraggio di accalcarsene le conseguenze.


    The Mallard

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  8. Grazie davvero di cuore a tutti, speravo di poter lanciarvi un messaggio molto forte che smuovesse qualcosa, sentivo davvero la necessità di farlo per aiutare me e voi.

    Riguardo al discorso di The Mallard credo anche io che la frase "essere se stessi" dovrebbe mandare a discorsi ben più complicati, essendo questa una frase molto profonda e di difficile soluzione...anche se non credo sia impossibile trovarlo...ammetto anche io di non essere cosciente del suo pieno significato...

    Diciamo che in questo contesto "essere se stessi" si riferisce all'essere persone sincere e piene di sè...ovvero eliminare ogni condizione che limita la nostra personalità e ci addomestica per vivere in una società dove forse non verremmo accettati pienamente...
    Proprio come diceva la tua amica insomma...

    Il discorso si complica se approfondiamo il tema, e sarebbe davvero bello isolare questo argomento e parlarne, si potrebbe creare un post appositamente per questo, cosa ne dite?

    Un grazie sincero a tutti voi, per avere ascoltato questo messaggio disperato che ho deciso una volta per tutte di urlare.
    Mi ha riempito il cuore sentire la forza della vostra ricezione, davvero.

    Paul

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  9. Grazie Paul!!
    certo ora sto davvero riflettendo se quello che credo "mi renda felice" lo sia davvero..o se sia solamente il frutto del volersi accontentare a tutti i costi.......
    se ciò che uno fa...la strada che percorre sia quella giusta e che va bene!

    grazie infinite!
    Vale

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  10. Grazie a te! purtroppo è davvero difficile riuscire a capirlo, ma credo che il trucco, nel dubbio, non sia deprimersi per l'eventualità che sia tutto un'illusione, ma cominciare a prendere le cose una per una, e con calma capire ciò che c'è di buono e ciò che va cambiato...e anche se fosse tutto da cambiare, si può sempre ripartire da zero no? l'importante è alzarsi dalla poltrona, e cogliere i segni! :)

    Paul

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