domenica 20 dicembre 2009

Androjinn: Dio è una tela bianca


Schema dell'installazione

L'idea di quest opera s'ispira ad una traduzione di una frase della bibbia di Erri de Luca, il quale dice che Dio quando rivelò il suo nome ad Abramo non disse "sono ciò che sono" ( risposta molto arrogante degna di un Dio presuntuoso e monarca ) ma disse "Sarò ciò che sarò" che a mio giudizio apre una serie di diverse connotazioni legate alla speranza, alla naturalezza della vita, alla propria possibilità di scelta e responsabilità. Nettamente preferibile all'altra traduzione.

Così ho voluto elogiare questa frase con un'installazione che rappresentasse il domani, il "sarò", come un vuoto accogliente che aspetta la tua scelta. Nello schema dell'installazione sono rappresentati due rettangoli che sarebbero due tele bianche, uno schermo proiettante un'immagine bianca ed una voce narrante il monologo sottoscritto.





GUARDAMI!!


Sono lo spazio vuoto che più di una volta hai immaginato in fermentazione; sono il tuo pensiero vergine che ti tiene desto nel sogno.

Per te ho luce da vedere

Per te ho spazio da respirare

Per te ho energia da modellare

Per me per te nulla è scritto



Io sarò il parto di un pensiero ideale spinto verso il domani, il ciò che non è ancora; io sono il disequilibrio che ti pone sbilanciato in avanti, in movimento.
Sarò la stessa libertà di essere senza una delimitata visione.

Attraverso di me tu vivi l’evolvere del domani, la sua creazione; come essere al di sopra delle cose in un moto continuo tra il tempo senza tempo.

Sono il vuoto che esige forma, un vuoto per il vuoto sempre vuoto per il giorno dopo; un vuoto che ha forma solo nel momento sotto le tue mani, sotto la tua idea.




Androjinn

5 commenti:

  1. ....
    "io sarò ciò che sarò" può essere anche interpretata come "il miglioramento" di noi stessi e della nostra anima per una crescita spirituale come il frutto di un cambiamento continuo..?

    La Vale

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  2. certo, tu scegli che sia il miglioramento, poi può essere peggio perchè a volte succedono imprevisti ingestibili ma il succo della cosa è quella.

    BRAVA BRAVA!!!! :D

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  3. "un vuoto per il vuoto sempre vuoto per il giorno dopo"...
    cioè?
    moltiplicando il vuoto x il vuoto fa sempre vuoto?
    Non è detto può darsi che quello che vedi tu vuoto per un altro è pieno...
    ma che cosa è vuoto e cosa è pieno?

    tagliente come sempre..

    La Vale

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  4. Androjinn:
    quella frase è una di quelle famose frasi evocative, ripetere la parola vuoto serve ad amplificare la sensazione di vuoto. Come nella scrittura ebraica la ripetizione è un potenziamento del concetto ripetuto.

    Il vuoto completo è la possibilità, il pieno completo è la fine

    Androjinn

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  5. a volte si ripete così tanto una parola da svalutarne il significato... bisogna fare attenzione a dare il giusto peso ad ogni parole...

    il pieno completo..non è detto che sia la fine...oltrettutto raggiungere il completo è difficile..
    e poi potrebbe essere l'inizio di un nuovo vuoto che si riempie!

    La Vale

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